Storie Web sabato, Luglio 27
Notiziario

La dote si sta assottigliando. Ad ora, però, è ancora visibile: 400mila sottoscrittori in più nel 2023 in Italia. Un’aggiunta che permette di far crescere il monte abbonati delle piattaforme di video on demand in streaming, arrivato a 8,8 milioni. Numeri, questi, che rappresentano l’emblema di quel nuovo modo di fruire di contenuti audiovisivi che segna una cesura profonda fra un prima e un dopo della Tv: fra la televisione del palinsesto e quella della visione parcellizzata, à la carte, senza orari predefiniti, che l’esperienza di tutti i giorni ci dice essere dominante fra i più giovani.

Cifre e numeri sono tratti dall’aggiornamento dell’Osservatorio Ott di EY, di cui si è parlato venerdì 7 giugn0 2024 al Fed-Forum Europeo Digitale di Lucca. «L’industria delle piattaforme streaming video a pagamento ha vissuto una crescita senza precedenti, con un incremento di oltre il 500% dal 2016 ad oggi», spiega Silvestro Demarinis, Director Technology, Media & Telecommunications di EY, aggiungendo che «questo sviluppo è attribuibile all’ingresso di nuovi attori nel mercato, alla sottoscrizione di più piattaforme da parte dei medesimi utenti e alla trasformazione dei modelli da parte dell’offerta. L’85% degli utenti mostra interesse per abbonamenti che includono spot pubblicitari, dimostrando una notevole apertura verso nuove formule di fruizione dei contenuti».

L’indagine EY fotografa il ritmo calante di quella che inizialmente appariva una cavalcata trionfale: 2 milioni di sottoscrittori in più nel 2017; 1,8 nel 2018; 800mila nel 2019; 1 milione nel 2020; 800mila nel 2021; 500mila nel 2022. Lo scorso anno, nel 2023, a fronte di circa 8,8 milioni di sottoscrittori unici (coloro i quali pagano effettivamente l’abbonamento), sono state stimate oltre 19 milioni di persone che utilizzano una delle 11 piattaforme a pagamento attive in Italia e monitorate da EY: Netflix; Amazon Prime Video; Disney+; Timvision; Mediaset Infinity; Now (di Sky); Dazn; Youtube Premium; Apple Tv+; Discovery+; Paramount+. La differenza – fra numero di sottoscrittori e utenti effettivi – discende dal fatto che per ogni abbonamento c’è un effetto leva di 2-3 persone: di solito si abbona un titolare e poi la famiglia o qualche amico ne approfitta.

In tutta questa dinamica di mercato a fare da spartiacque è stato lo sbarco di Netflix – a ottobre 2015 in Italia – con la sua scommessa sulla Tv on demand (idea peraltro non nuova perché già Sky e Mediaset offrivano servizi simili). Gli 1,5 milioni di sottoscrittori stimati da EY per il 2016 sono dunque saliti a 8,8 milioni. E il numero medio di piattaforme per abbonato è salito a 2. «Il mercato dello streaming – prosegue Demarinis – non è solo quello delle piattaforme a pagamento, ma ci sono oltre 30 milioni di utenti che utilizzano servizi streaming gratuiti. Dato cresciuto dell’87% rispetto al 2016, segno di un trend in continua evoluzione che si adatta alle esigenze di un pubblico sempre più ampio e diversificato a fine 2023».

In questo quadro EY rileva come il modello di consumo tra utenti pay e utenti free sia al momento molto diverso. «Il 76% degli utenti delle piattaforme a pagamento – chiosa Demarinis – preferisce ancora il grande schermo televisivo, anche se smart, per i contenuti in streaming. Gli utenti free, invece, scelgono spesso contenuti più brevi e fruibili soprattutto attraverso il proprio smartphone, dispositivo di scelta per il 52% degli utenti free».

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