Storie Web sabato, Aprile 12
Notiziario

La capacità di raccogliere e analizzare un’ingente quantità di dati in tempo praticamente istantaneo, ha fatto sì che negli ultimi anni tutti i settori abbiano iniziato a guardare con interesse l’applicazione dell’intelligenza artificiale. Il turismo non ha fatto eccezione: tanto per la domanda quanto per l’offerta, avvalersi dell’Ai può fare la differenza. A partire dai tool per organizzare i viaggi, fino alla previsione dei flussi turistici e delle loro preferenze.

È stato questo il tema di discussione al GatewAi, la conferenza nazionale dell’Intelligenza artificiale nel turismo organizzata da Guida Viaggi e Turismi.ai (associazione italiana per l’intelligenza artificiale nel turismo) e tenutasi il 4 aprile alla Fiera di Bergamo. Presente anche il direttore generale Promozione, Investimenti e Innovazione del ministero del Turismo, Federico Lasco.

«L’intelligenza artificiale ci dà la possibilità di fare previsioni – ha detto Lasco –, perché tanto maggiore è la capacità di leggere i dati attuali, tanto maggiore sarà la capacità di prevedere, per esempio, la domanda». Un fattore da non sottovalutare, soprattutto per un Paese come il nostro costituito da una rete «molto articolata di piccoli operatori», che non sempre riescono a rispondere nell’immediato al cambiamento della domanda.

D’altronde, il fatto che la domanda da parte dei turisti stia cambiando è evidente. L’Osservatorio regionale del turismo e dell’attrattività della Lombardia si è avvalso di Ai per analizzare le scelte delle strutture di alloggio: si è visto come le stelle non siano più un fattore determinante per la prenotazione, ma al contrario siano la reputazione, le recensioni, a guidare la scelta di chi viaggia.

«Grazie all’Ai possiamo profilare il turismo che arriva: sappiamo da dove arriva, quali siano le sue preferenze, che tipo di acquisti fa – ha spiegato Barbara Mazzali, Assessore Regionale al Turismo, Moda, Design, Marketing Territoriale, Grandi Eventi di Regione Lombardia –. Di conseguenza riusciamo a mettere gli operatori nelle condizioni per offrire i servizi più adatti. Ma non solo: ci aiuta a capire che tipo di economia lasciano i turisti, perché anche le nostre comunità devono avere un ritorno dalla condivisione del loro territorio e dei loro servizi».

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