Il rapporto tra Elon Musk e Donald Trump si era incrinato una prima volta a marzo, quando il New York Times aveva annunciato che il miliardario a capo del Doge, il Dipartimento di efficienza governativa, sarebbe stato presente a una riunione segreta del Pentagono in cui si sarebbero discussi potenziali piani per combattere la Cina. Si era sollevato un coro di polemiche e Trump era stato costretto a smentire la presenza del suo alleato privilegiato e che comunque la riunione era incentrata su altro, dicendo che mai avrebbe mostrato quei piani «a un uomo d’affari che ha business in Cina».
Nel frattempo il presidente americano aveva scatenato contro tutto il mondo la guerra dei dazi e Musk, che ha forti interessi commerciali, aveva prima sommessamente e poi sempre più chiaramente criticato quella decisione. Poi lo scoop di Politico che anticipava: Musk lascerà il Doge. La Casa Bianca aveva smentito ma la notizia era vera: Musk ha lasciato l’incarico ed è tornato 24 ore su 24 alle sue aziende sempre più in sofferenza.
L’ultimo pesante screzio pochi giorni fa quando Musk bolla la «big, beautiful bill» (la legge di bilancio così definita dal governo) «un disgustoso abominio» e sostiene che i deputati che l’hanno votata «sanno di aver sbagliato». Un duro attacco alla legge voluta da Trump che fino a questo momento ha cercato di non andare allo scontro diretto.
Ora invece arriva la risposta, il presidente scrive sul suo social Truth: «Il modo più facile per risparmiare soldi del nostro budget, miliardi e miliardi di dollari, è mettere fine ai contratti e ai sussidi governativi di Elon». Ed è qui che Trump può fare davvero male a Musk. In un’analisi del Washington Post dello scorso febbraio, si calcola che tra casa automobilistica, spazio e difesa, le aziende di Musk hanno ricevuto dal governo negli anni 38 miliardi di dollari in contratti, prestiti, sussidi, crediti d’imposta. Un aiuto considerevole soprattutto in momenti critici che ha contribuito a far diventare Musk l’uomo più ricco del mondo.
Solo l’anno scorso, alle aziende di Musk sono stati promessi 3 miliardi di dollari per circa 100 contratti con 17 agenzie governative. Ma questa è solo parte della torta: due delle aziende di Elon Musk (Tesla e Space X) hanno concluso contratti governativi per un valore di almeno 15,4 miliardi di dollari nell’ultimo decennio. Quasi tutti i soldi sono stati incassati da Space X che ha contratti federali con la Difesa per 3,6 miliardi di dollari (ora, ad esempio, potrebbero essere a rischio anche i satelliti Starlink di SpaceX, che forniscono la banda larga nelle aree rurali e hanno contratti con il Pentagono) e soprattutto con la Nasa per 11,8 miliardi di dollari.