Storie Web domenica, Aprile 20
Notiziario

Con un’inversione clamorosa rispetto al passato, l’amministrazione Trump ha trasformato Covid.gov, un tempo portale ufficiale per vaccini e test, in una piattaforma dedicata a promuovere la teoria che il Covid-19 sia uscito da un laboratorio cinese. Il sito, ora rinnovato con immagini del presidente e la scritta “Lab Leak”, sostiene che il virus abbia avuto origine dal Wuhan Institute of Virology, indicato come epicentro dell’epidemia a causa di presunte falle nei protocolli di sicurezza.

La nuova narrazione, sostenuta da cinque punti chiave, attacca l’ex consigliere sanitario Anthony Fauci per aver sostenuto una “narrativa di comodo” e l’amministrazione Biden per aver difeso l’ipotesi dell’origine naturale del virus. Nel mirino anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ex governatore di New York Andrew Cuomo e le misure sanitarie adottate nei primi mesi della pandemia, inclusi lockdown e obbligo di mascherine.

Una mossa, questa, che riflette una più ampia strategia dell’attuale amministrazione, che ha già rimosso o rielaborato altri portali federali su salute pubblica, clima e diritti LGBTQ. Ora l’attenzione è puntata sul Covid, con l’obiettivo di riscrivere la narrazione della pandemia in chiave politica.

La teoria della fuga da laboratorio, considerata inizialmente marginale, ha guadagnato spazio nel dibattito pubblico statunitense anche grazie a un recente cambio di valutazione da parte della CIA che, pur senza nuove prove concrete, ha espresso “debole preferenza” per questa ipotesi. Tuttavia, numerosi studi scientifici continuano a indicare il mercato di animali selvatici di Wuhan come probabile punto d’origine della pandemia.

Come ricorda il New York Times, molti dei primi casi registrati erano legati geograficamente a quel mercato e campioni raccolti sul posto hanno rilevato tracce del virus associate a DNA di animali venduti illegalmente, come i cani procioni. Inoltre, un rapporto dell’intelligence statunitense declassificato nel 2023 ha ridimensionato l’ipotesi del contagio nel laboratorio, segnalando che i ricercatori che si sarebbero ammalati nel 2019 presentavano sintomi non compatibili con il Covid-19.

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