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Notiziario



Internazionali d’Italia a Roma



8 Maggio 2024



21:29

Il campione spagnolo riflette in conferenza sull’assenza dei due big e sulla sequenza di acciacchi che li ha frenati. “La situazione è questa e si basa anche sulla necessità di guadagnare: lo vogliono i tennisti, lo vogliono i tornei. È un cerchio che si chiude. Se poi riguarda il business o lo sport in sé questo è un altro discorso”.

Gli Internazionali di Roma senza Jannik Sinner. Si fa ancora fatica ad accettarlo, più ancora per le condizioni che hanno costretto il campione italiano ad alzare bandiera bianca quando tutti attendevano di vederlo sui campi in terra rossa degli Internazionali d’Italia. Invece, no. Il suo messaggio-annuncio fu una doccia gelata.

C’è addirittura chi, travolto dalla delusione, ha perfino messo in vendita i biglietti già acquistati rinunciando ad assistere ai match nella Capitale perché senza di lui non è più la stessa cosa. Fuori dai giochi l’azzurro per una sofferenza all’anca, prima di lui s’era fermato un altro big del circuito Atp (Carlos Alcaraz). E in queste ore i tifosi italiani hanno incassato anche il forfait di Matteo Berrettini: la paura di farsi male (di nuovo) è un incubo per ‘the hammer’ che sta lentamente ritrovando se stesso.

Che succede? Qual è la causa di questi affaticamenti, acciacchi, infortuni che decimano il grande palcoscenico dei tennisti? Il carico eccessivo a cui sono sottoposti, tenendo conto dello stress che comporta un calendario d’impegni ingolfato, può essere una spiegazione. E Rafa Nadal, che ha pagato dazio spesso ai malesseri fisici (e in maniera dolorosa, come accaduto prima di Monte Carlo), ribadisce un concetto essenziale.

Berrettini si ritira dagli Internazionali di Roma, è un incubo azzurro: “Rischio di farmi male”

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“La questione è molto semplice – dice il campione di Manacor in conferenza stampa -. Più giochi e maggiore è la possibilità di farsi male. Ma il discorso è molto più ampio. Quando spingi il tuo corpo al limite alla fine ti infortuni. Se il gioco diventa sempre più veloce il rischio di infortunarti aumenta”. La riflessione, però, è molto più articolata e fa leva su due aspetti fondamentali che alimentano le percentuali di rischio.

Il primo è di tipo tecnico: “Il numero elevato di partite che si disputano sulle superfici dure è una complicazione perché sottopone il fisico a uno stress importante e quando si gioca sulla terra può capitare di avere problemi”. Il secondo è strutturale, fa parte del gioco ed è forse questa la falla: “Il sistema è questo e si basa anche sulla necessità di guadagnare… lo vogliono i tennisti, lo vogliono i tornei. E quando dico questo non mi riferisco soltanto ai giocatori più forti e importanti. È un cerchio che si chiude e noi che ne facciamo parte lo accettiamo. Se poi riguarda il business o lo sport in sé questo è un altro discorso”.

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La chiosa è dedicata ad Alcaraz e Sinner. “È un peccato davvero che manchino due tennisti che sono tra i più forti del circuito. Immagino che per l’Italia sia stato un brutto colpo apprendere cosa è successo a Jannik. Ma sono certo che tornerà presto in campo e arriverà al vertice. Spero di rivedere lui e Carlos al Roland Garros”. E Nadal ci sarà a Parigi? Meglio non sbilanciarsi. Non può. “Un conto sono le emozioni, un altro sono le sensazioni che dà il campo. Tutto dipende chiaramente dalle condizioni fisiche. Giocherò con la voglia di divertirmi e poi vedremo”.

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