Storie Web giovedì, Luglio 3
Notiziario

Un piano decennale da un milione e mezzo di euro per finanziare trenta dottorati di ricerca in altrettante università italiane: è il programma “30×30”, presentato a Roma, con cui Fondazione Lilly – nata oltre cinquanta anni fa – rilancia la propria missione. Con l’obiettivo dichiarato di “investire nei migliori talenti italiani perché guidino la transizione verso un sistema pubblico più efficiente, equo e sostenibile, rafforzando al tempo stesso il ruolo dell’Italia nella definizione delle strategie globali per la salute pubblica”.

Cinque temi clou

 I percorsi saranno dedicati a 5 temi strategici: innovazione digitale e trasformazione tecnologica; sostenibilità, economia e modelli finanziari; accesso, equità e riforme organizzative; prevenzione, salute pubblica e One Health; partnership, formazione e internazionalizzazione. Ogni dottorato sarà arricchito da collaborazioni internazionali con atenei che verranno selezionati sfruttando anche la presenza multinazionale di Lilly nel mondo. Questo investimento – spiegano da Fondazione Lilly – risponde a una serie di carenze strutturali in Italia, a partire dalla spesa lorda in R&S: secondo Eurostat, in Italia siamo all’1,31% contro il 2,24% a livello Ue. Il gap riguarda anche l’ambito della tutela della salute con valori di poco superiori allo 0,2% in Italia e tra lo 0,3% e lo 0,6% negli altri principali Paesi Europei. Così come la spesa sanitaria pubblica: 6,7% in Italia contro il 7,2% in Spagna e UK, il 9,1% in Francia, 10,1% in Germania.

Protagonisti del cambiamento

 Elias Khalil Presidente della Fondazione Lilly, ricorda come «l’Italia ha sempre saputo coniugare scienza, etica e cura. Anche per questo Lilly, che a Sesto Fiorentino ha uno dei suoi stabilimenti di punta nel mondo, ha voluto contribuire allo sviluppo del Paese attraverso la scienza sostenendo la ricerca indipendente, il merito e la valorizzazione del capitale umano. Se oggi l’Italia può vantare uno dei migliori servizi sanitari al mondo, è grazie all’universalismo, all’equità e all’accessibilità pubblica che lo caratterizzano. Ma questa eccellenza – aggiunge – deve essere tutelata e rafforzata per affrontare sfide profonde come la trasformazione demografica epocale e l’innovazione tecnologica dirompente. Da qui la nostra scelta di investire nel capitale umano italiano, nei nostri giovani ricercatori e nella loro capacità di progettare nuovi modelli di politica sanitaria. L’Italia ha bisogno di soluzioni made in Italy, perché nessuno meglio dei ricercatori italiani conosce il contesto, i bisogni e i valori del nostro Paese. Il cambiamento va guidato da qui e l’impegno della Fondazione sarà di operare come ha sempre fatto: senza scopo di lucro, al fianco dei ricercatori, dell’università e della sanità pubblica, per costruire un modello profondamente italiano e sostenibile, nello spirito, nella progettazione e nella leadership».

«Se non cogliamo oggi la grande sfida che abbiamo davanti – prosegue il Dg della Fondazione Lilly per l’Italia, Federico Villa – ci troveremo nei prossimi anni a non avere più quel beneficio straordinario di un Ssn pubblico e universalistico che ha fatto scuola nel mondo. Il tempo di agire è ora – avvisa – e questa urgenza ci ha portato con la nostra Fondazione a fare la scelta strategica di passare dal supporto alla ricerca attraverso numerose borse di studio al supportare la costruzione dei talenti che saranno in grado di ridisegnare il servizio sanitario universalistico e pubblico che continuerà a garantire lo stesso livello di innovazione e di servizi anche alle nuove generazioni. Siamo orgogliosi di rilanciare la Fondazione Lilly per l’Italia con un progetto che guarda al futuro del Paese. Crediamo nella scienza, ma anche nella capacità delle istituzioni di ascoltarla. Per questo – prosegue – investiamo sui giovani ricercatori, affinché possano essere protagonisti del cambiamento, non solo spettatori. Perché solo rafforzando il legame tra ricerca e decisione pubblica possiamo costruire un sistema sanitario più efficace, orientato ai risultati e alle persone».

Una visione sottoscritta dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, intervenuto alla presentazione del piano di Fondazione Lilly sulla ricerca. «Il nostro Servizio sanitario nazionale – ha dichiarato – ha bisogno di strumenti innovativi, capaci di sostenere l’adozione di modelli organizzativi più rispondenti alle reali esigenze di salute della popolazione. Per questo sono importanti tutte le iniziative in grado di valorizzare la ricerca accademica, specialmente se con un focus su politiche sanitarie e corretta programmazione. Serve infatti investire su competenze in grado di affrontare le sfide della sanità contemporanea, trovando il giusto equilibrio tra personalizzazione delle cure e sostenibilità del sistema». Per Gemmato «è importante l’aspetto della declinazione del partenariato pubblico-privato: una Fondazione finanzia trenta borse di studio per ricercatori italiani, per fare in modo che la migliore ricerca possa produrre innovazione e quindi migliore cura per l’Italia. Il tema della politica sanitaria, che è al centro di questo progetto, impatta con quello della sostenibilità – ha proseguito Gemmato -. E’ importante, nel contesto di un Paese che invecchia e fa sempre meno figli, puntare sull’innovazione. Per rendere sostenibile il sistema dobbiamo fare in modo che i pazienti cumulino il minor carico possibile di patologie».

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