Storie Web domenica, Agosto 3
Notiziario

Non può sudare, perché è affetto da anidrosi, una rara malattia congenita che non consente appunto di produrre sudore, e con un colpo di calore ha rischiato la vita in Grecia. Si tratta di un ragazzo di 14 anni, portato con un volo sanitario a Torino e salvato da un trapianto di fegato alle Molinette della Città della Salute di Torino in super-urgenza nazionale. Si era sentito male durante un’escursione, complici le temperature elevate, e a nulla erano valsi i tentativi di raffreddare il suo corpo da parte dei sanitari, chiamati dai compagni di passeggiata. Insufficienza epatica acuta e come persistente sono state le conseguenze.

Il ricovero e il trasferimento in Italia

È stato quindi portato in emergenza all’ospedale di Ioannina, dove è stato intubato. Stabilizzato, è stato inviato nella più vicina terapia intensiva pediatrica, a Patrasso. I rianimatori pediatrici hanno registrato nelle 36 ore successive al ricovero una rapida e progressiva compromissione della funzione epatica, a cui è seguito un ittero ed un deterioramento della via della coagulazione regolata dal fegato. A quel punto la diagnosi è stata di insufficienza epatica acuta severa da colpo di calore, con stato di coma persistente. Per questo motivo i medici greci hanno contattato l’Hellenic Transplant Organization di Atene, richiedendo l’attivazione del protocollo di collaborazione con l’Italia per il trapianto di fegato.

L’intervento in super urgenza nazionale

Nella tarda mattinata del terzo giorno dopo il colpo di calore, il Centro Nazionale Trapianti (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin) diramava la richiesta dalla Grecia di trasferimento urgente del ragazzo ai Coordinamenti Regionali dei Centri di trapianto fegato pediatrico che collaborano con la Grecia.
Il professor Renato Romagnoli (Direttore del Centro Trapianti Fegato e del Dipartimento di Chirurgia e Trapianti della Città della Salute e della Scienza di Torino) ha immediatamente accettato la richiesta trasmessa dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta (diretto dal dottor Federico Genzano). In tempi rapidissimi si sono attivate a cascata tutte le figure professionali in grado di metterlo in sicurezza. Tramite il Coordinamento del Centro Regionale Trapianti e del Servizio di Emergenza Sanitaria 118 Piemonte, il ragazzo è arrivato all’aeroporto di Torino Caselle con un volo sanitario dedicato (accompagnato da un rianimatore greco e dalla madre) e trasportato alle Molinette in ambulanza assistito da un’équipe medica del Dipartimento di Anestesia (diretto dal dottor Maurizio Berardino).
Appena arrivato e per tutta la notte è stato sottoposto agli accertamenti necessari a valutarne la trapiantabilità, in particolare una risonanza magnetica encefalica indicata dalla neurologa dottoressa Elisa Montalenti. Al mattino, con tutti gli esami pronti, la dottoressa Maria Torrani (gastro-epatologa del gruppo diretto dalla dottoressa Silvia Martini) ha dato indicazione per inserirlo nella lista d’attesa italiana per trapianto di fegato, con il livello massimo di priorità: super-urgenza nazionale.

Trascorse le prime 24 ore senza offerte d’organo compatibili, il professor Romagnoli ha cominciato a valutare anche quelle con gruppo sanguigno non compatibile con quello del ragazzo. Buona sorte ha voluto che nella seconda giornata di attesa sia stata segnalata proprio in Piemonte, grazie al Coordinamento Regionale Prelievi (diretto dalla dottoressa Anna Guermani), la disponibilità di un donatore di gruppo sanguigno compatibile e con caratteristiche dimensionali e di qualità adeguate. Nel frattempo il ragazzo, ricoverato nella Rianimazione Centrale delle Molinette (gestita dal dottor Antonio Toscano), era dializzato dai nefrologi del professor Luigi Biancone.
Dopo meno di 60 ore dall’arrivo in Italia, il ragazzo greco entrava in sala operatoria del Centro Trapianti Fegato di Torino per essere sottoposto ad un intervento più che mai salvavita.

L’intervento salva-vita

Il trapianto è durato 10 ore ed è stato condotto dal professor Renato Romagnoli con la sua équipe medico-infermieristica, facendo attenzione ad evitare sanguinamenti e manovre che potessero compromettere la stabilità della pressione e della circolazione sanguigna nel cervello del ragazzo.
L’intervento è riuscito, la ripresa funzionale del fegato trapiantato è stata rapidissima, ed il decesso per insufficienza epatica è stato del tutto scongiurato.
Attualmente il ragazzo è stato estubato ed è sveglio. Ora si trova ricoverato nell’Area Semintensiva del Centro Trapianto Fegato delle Molinette e sta mostrando un valido e progressivo recupero neurologico.
“Una volta di più il Sistema Trapianti della Regione Piemonte si conferma ai vertici italiani ed europei con un trapianto di fegato pediatrico di eccezionale difficoltà tecnico-organizzativa. L’eccellenza dei nostri professionisti sanitari ha reso possibile ciò che non lo sembrava essere più in una situazione disperata. Anche per questo la Giunta Regionale ha deciso di nominare il professor Romagnoli quale Coordinatore Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte).

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