Storie Web domenica, Dicembre 15
Notiziario

Da un lato l’Ires premiale per incentivare gli investimenti (anche) in beni strumentali tecnologicamente avanzati. Dall’altro il filtro a Transizione 4.0, la misura che negli ultimi anni è stata il riferimento per le imprese che puntavano proprio su questo tipo di investimenti. Serve questa doppia lettura per capire le novità del maxi-emendamento del governo alla legge di bilancio che è in questi giorni all’esame della Camera.

Due giorni fa sempre il governo ha presentato una modifica alle regole di accesso ai più generosi incentivi di Transizione 5.0, il piano che rappresenta l’evoluzione del “4.0” legando obiettivi di efficienza energetica a quelli di digitalizzazione. Con l’intervento che è emerso ieri, invece, il ministero dell’Economia vuole scongiurare il rischio di sforamenti di bilancio per l’accesso ai crediti di imposta del vecchio piano “4.0”. Di qui la decisione di fissare un limite di spesa – 2,2 miliardi di euro – ai benefici fiscali che le imprese potranno usufruire per investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, con possibile coda al 30 giigno 2026 nel caso in cui entro la fine del 2025 sia stato versato al fornitore del macchinario o dell’impianto un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione.

Stop ai software

Ma non è l’unica “stretta”. Perché il maxi-emendamento prevede anche dal 31 dicembre di quest’anno lo stop al credito d’imposta del 10% per l’acquisto di beni immateriali, quindi i software, con caratteristiche 4.0, per il quale era previsto invece un altro anno di vigenza.

Il contatore dei bonus

Tornando invece alla norma anti-sforamento, il Mef ha stabilito che l’impresa sia tenuta a trasmettere telematicamente al ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) una comunicazione sull’ammontare delle spese sostenute e del relativo credito d’imposta. A sua volta, il Mimit dovrà trasmettere all’agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie con relativo ammontare del credito d’imposta utilizzabile in compensazione, secondo l’ordine cronologico di ricevimento delle comunicazioni. Il Mimit comunicherà sul sito internet il raggiungimento del limite di spesa, «anche al fine – specifica la norma messa a punto dal governo per la modifica della legge di bilancio – di sospendere l’invio delle richieste per la fruizione dell’agevolazione».

Cambia ancora il Fondo di garanzia

È in arrivo un subemendamento per correggere quasi in tempo reale la norma sul Fondo di garanzia per le Pmi depositata dal governo con un emendamento alla manovra due giorni fa. Il ministero dell’Economia ha previsto una sorta di filtro per evitare l’eccessivo ricorso al Fondo da parte delle banche. In sostanza gli istituti finanziari che si avvalgono in modo significativo del Fondo dovranno versare a questo un premio. Un meccanismo che secondo il Mef conterrà l’assorbimento di risorse pubbliche da parte di quelle banche che svolgono l’attività in modo preponderante puntando sul Fondo. Tuttavia, la predeterminazione dei livelli del premio contenuta nella prima versione della norma avrebbe potuto trasformarsi in un boomerang con effetti ristrettivi sul credito. Questa considerazione ha portato il sottosegretario del Mimit Massimo Bitonci, che ha confezionato il resto della norma di proroga del Fondo per il 2025, a concordare con il Mef che sarà un successivo decreto interministeriale a fissare criteri e modalità di attuazione della disposizione.

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