«Qualità, sicurezza alimentare e salubrità del tonno in scatola sono un’assoluta priorità per l’industria italiana delle conserve ittiche. Ripristiniamo la realtà dei fatti, non c’è nessun rischio di non conformità da mercurio nel tonno in scatola commercializzato sul mercato italiano». È il commento dei produttori d di Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare) al recente rapporto pubblicato in Francia dalle Organizzazioni non governative Bloom e Foodwatch, secondo cui il tonno in scatola di diversi Paesi europei sarebbe significativamente contaminato da mercurio.
«Il tonno in scatola sul mercato italiano – continua Ancit – rispetta la legislazione dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare e per la possibile presenza del mercurio risponde ai requisiti di legge imposti dall’Unione Europea».
Il mercurio è un metallo rilasciato nell’ambiente sia da fonti naturali, sia in conseguenza dell’attività dell’uomo. Di conseguenza, tracce di mercurio (inclusa la sua forma organica, denominata metil-mercurio), possono essere presenti nei prodotti ittici, come in altri prodotti alimentari, spiegano dall’associazione: «Per quanto concerne il muscolo di diverse specie ittiche, tra le quali il tonno, i tenori massimi ammessi dall’Unione europea (quindi dall’Italia), sono fissati dal Regolamento UE 915/2023 in 1 mg di mercurio per kg di peso fresco. Tali limiti sono più restrittivi di quelli stabiliti a livello internazionale dal Codex Alimentarius per il tonno (1,2 mg/kg per il solo metilmercurio)».
L’Ancit ricorda poi che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) afferma che «un consumo di pesce nel range di 2-4 porzioni settimanali fornisce benefici netti per la salute, indipendentemente dal rischio derivante dall’esposizione al metilmercurio».
«Dal 2019 al 2023 abbiamo condotto campagne di campionamento riferite ai limiti di mercurio fissati dalla Ue e che hanno interessato numerosi campioni di tonno in scatola prelevati in comuni punti vendita della Gdo – afferma Paolo Cozzolino, direttore generale della Ssica Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma – Nessuno di questi campioni ha superato il limite del regolamento e il valore medio riscontrato è inferiore a 0,2 mg/Kg, quindi meno di un quinto del valore massimo tollerabile».
«Infine – continua la nota Ancit – il rispetto della legislazione è garantito dai controlli ufficiali effettuati dalle Autorità pubbliche italiane e comunitarie, lungo tutta la filiera, dalla cattura alla commercializzazione, tali da garantire livelli di salubrità e sicurezza massimi. Inoltre, le aziende di Ancit adottano una politica di approvvigionamento molto accorta che consente di selezionare le materie prime migliori».