Campanello d’allarme per eccellenza. Il netto repricing dei Treasury, con rendimenti in forte risalita, ha posto dopo il 2 aprile molti dubbi tra gli investitori; cosa fare con i titoli di Stato Usa?
Investire o no
«Il 4,5% di rendimento – spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro – fa gola. Ma in un mondo instabile, il rendimento non basta: bisogna capire cosa lo sostiene e, soprattutto, cosa può eroderlo. I titoli di Stato americani oggi offrono rendimenti interessanti, tra i più alti nelle economie avanzate e se la Fed dovesse avviare un ciclo di tagli, chi entra adesso potrebbe ritrovarsi con un rendimento bloccato a livelli premium e un capitale in guadagno, grazie al calo dei tassi».
Cosa fare se già acquistati?
«Il consiglio – risponde Mauro Valle, responsabile fixed income di Generali Am – è di mantenerli in portafoglio, soprattutto in un’ottica di medio-lungo termine e di diversificazione. Un rendimento superiore al 4% è pur sempre un rendimento reale positivo per un investitore europeo. Il rischio di dover vedere altre fasi di volatilità è alto, ma si ritiene poco probabile uno scenario con tassi più alti dei livelli visti negli ultimi 18 mesi».
Un aiuto ai Treasury
«Un altro aspetto da tenere in considerazione – conclude Huw Davies, gestore obbligazionario absolute return di Jupiter Am – è che sta guadagnando terreno l’ipotesi di eliminare il Supplementary leverage ratio (Slr), introdotto dopo la crisi finanziaria del 2008 per imporre alle banche requisiti patrimoniali anche a fronte di investimenti in titoli di Stato. Sebbene pensato per rafforzare la solidità del sistema bancario, l’Slr ha finito per ridurre la propensione delle banche a detenere Treasury, comprimendo la liquidità del mercato. Secondo il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, eliminare questo vincolo potrebbe liberare nuova domanda per i titoli di Stato, ampliando la base di investitori domestici. Anche se si tratta forse di una visione ottimistica, un allentamento dei requisiti patrimoniali renderebbe probabilmente le banche più disponibili a detenere Treasury nei propri bilanci, contribuendo a stabilizzare il mercato, anche se solo in parte».
I rischi da valutare
Ci sono tre incognite però che non possono essere ignorate: