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Notiziario

Dal prossimo anno accademico niente più test d’ingresso per Medicina, ma un semestre universitario aperto a tutti. Solo chi supererà tre esami potrà accedere al secondo semestre. Gli operatori storici del settore della preparazione mettono in guardia: «La selezione non è finita. È solo più lunga, più dura e più confusa». Il classico test d’ingresso a Medicina è ufficialmente archiviato. Ma chi sperava in una reale apertura del sistema resterà deluso. Dal 2025, il nuovo modello prevede un semestre iniziale aperto a tutti, ma al termine — già a fine novembre e dicembre — gli studenti dovranno superare tre esami universitari (biologia, chimica e fisica) per accedere al secondo semestre e, dunque, al corso vero e proprio. Il numero di posti disponibili? Invariato rispetto agli anni scorsi. La selezione, quindi resta, solo che è stata posticipata e trasformata.

Una nuova stagione per la formazione privata

Chi per anni ha formato migliaia di studenti in vista dell’esame di settembre, oggi si trova davanti a un sistema diverso, ma non meno selettivo. «Non abbiamo dovuto cambiare nulla. I nostri percorsi già preparavano gli studenti ad affrontare esami universitari, non solo i test», afferma Leonardo Vaghaye, Ceo di MedCampus. «Questa riforma non ci ha colto di sorpresa: da tempo lavoriamo per fornire agli studenti tutti gli strumenti necessari per eccellere in Biologia, Chimica, Propedeutica biochimica e Fisica». Vaghaye è chiaro: parlare di «abolizione del numero chiuso» è fuorviante. «Il numero chiuso non è stato eliminato. È stato solo rimandato, camuffato. Cambia la narrativa, ma non la sostanza. Chi non è preparato continuerà a restare fuori». Anche Alessandro Magno, Ceo di Alpha Test, storico editore e fornitore di corsi di preparazione, conferma la stessa linea: «Il mercato della preparazione esiste da oltre un secolo. Alpha Test lavora in questo ambito da 37 anni, con un’offerta che va dall’editoria ai corsi, fino all’orientamento». Secondo Magno, nonostante l’apparente apertura, la nuova selezione è molto più impegnativa: «I ragazzi dovranno sostenere tre esami in appena due mesi: biologia, chimica e fisica, a livello universitario. Avranno poco più di due mesi per prepararsi. Una sfida che richiederà un diverso tipo di preparazione. Noi siamo pronti: abbiamo già lanciato corsi intensivi ad hoc, sviluppato percorsi personalizzati e strumenti digitali accessibili. Abbiamo pubblicato un nuovo manuale di preparazione per il semestre filtro di medicina che costa 59 euro e include anche approfondimenti online. Non parliamo di costi proibitivi. Inoltre, come avevamo già fatto in passato, in queste settimane stiamo istituendo delle borse di studio per offrire gratuitamente alcuni corsi di preparazione a studenti meritevoli con mezzi limitati».

I paradossi e le sfide da affrontare

Chi ha accolto la riforma con maggior scetticismo è Gianluca Di Muro, fondatore di UniD Formazione (marchio UnidTest), altra realtà consolidata nella formazione pre-universitaria. Per Di Muro, il cosiddetto semestre aperto è solo un’illusione. «Il messaggio che è passato è che il test è stato abolito. In realtà, siamo passati da un test unico a tre esami, su contenuti più difficili e in tempi più stretti. La selezione non è sparita, è rimasta ed è più complessa. E ogni studente potrà tentare il semestre filtro fino a tre volte. Questo significa che tra un anno ci saranno migliaia di ricandidati insieme alle nuove matricole. Il rischio? Un imbuto ingestibile». UnidTest ha già riformulato i propri corsi, inserendo supporto su tecniche di studio, gestione dell’ansia e memorizzazione. Di Muro mette in guardia da un errore ricorrente: «Molti pensano che si possa entrare a Medicina senza una preparazione seria. Ma non è così, anzi: oggi serve ancora più metodo, ancora più anticipo. E, soprattutto, serve chiarezza. I ragazzi sono disorientati, e le famiglie vivono una corsa contro il tempo. Noi ci siamo, con corsi intensivi a partire da luglio e altri annuali che inizieranno già da novembre». Anche Vaghaye segnala un paradosso: «Le università stesse non sono pronte. Alcune hanno già annunciato che faranno lezione online, o con programmi compressi. Ma in due mesi non si colmano le lacune delle superiori. È qui che entriamo in gioco noi, garantendo ai ragazzi una guida, un metodo, un piano chiaro. Cosa studiare, come farlo e in quanto tempo. Chi si affida solo al semestre universitario rischia grosso». Magno aggiunge: «Anche se si viene esclusi da Medicina, gli esami sostenuti potranno essere utilizzati per accedere ad altre facoltà. Questo crea un effetto ‘rete di salvataggio’, ma non riduce la pressione iniziale». E tutti concordano su un punto cruciale: il vero collo di bottiglia non è l’ingresso a Medicina, ma l’accesso alle scuole di specializzazione post-laurea. Finché non aumenteranno i posti nella formazione post-laurea, aprire di più i corsi triennali o magistrali serve a poco. «Formiamo più medici di quelli che il sistema può assorbire. Eppure, si continua a dare l’illusione che basti aprire Medicina per risolvere tutto», dice Vaghaye. Di Muro rincara: «Il sistema è in crisi a valle, non a monte. E se davvero si vuole aprire, bisogna investire. Sul serio».

Un settore che non scompare, ma evolve

Alla fine, tutte le realtà coinvolte concordano su un messaggio chiave: le scuole di preparazione non scompariranno, nonostante i cambiamenti. Anzi. Proprio la complessità crescente della selezione — mascherata da “semestre aperto” — rende ancora più cruciale un supporto serio, personalizzato, anticipato. «Esistiamo perché c’è una domanda reale di famiglie che non vogliono affidarsi alla fortuna», spiega Vaghaye. «Il nostro obiettivo non è solo far superare un esame, ma aiutare i ragazzi a non perdere tempo, né anni, né fiducia in se stessi». E se il test unico di settembre poteva apparire rigido, il nuovo sistema — con esami universitari in pochi mesi — rischia di diventare ancora più selettivo. «Il modello del test unico, in presenza, resta a oggi il più equilibrato. E quello che funziona in gran parte d’Europa», conclude Di Muro. «Questa riforma, invece, rischia di generare solo confusione, ricorsi, e delusioni». Per gli studenti e le loro famiglie, dunque, la strada per Medicina resta in salita. Ma oggi più che mai, serve un piano. E qualcuno che aiuti a seguirlo, passo dopo passo.

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