Storie Web domenica, Aprile 13
Notiziario

In Italia un medico di famiglia, che segue in media 1.500 assistiti, ogni anno scopre tra i suoi pazienti 7-8 nuovi malati di tumore. «Io invece, di nuovi casi, ogni anno ne ho 11», dice il dottor Luigi Costanzo, dal suo studio di Frattamaggiore, in piena Terra dei fuochi. Non c’è prova più concreta di questa, del fatto che da queste parti ci si ammala ancora oggi di cancro per colpa delle discariche tossiche illegali. Sono 12 anni, che il dottor Costanzo esercita in provincia di Napoli: «In tutto questo tempo – racconta – ho visto abbassarsi l’età media dei malati oncologici. Ci sono tanti quarantenni con tumori all’esofago, molte donne con tumori al seno già a 35 anni, e picchi di tumori alla vescica». Dal 2018 una settantina di medici di famiglia dei comuni della Terra dei fuochi, tra cui il dottor Costanzo, hanno anche dato vita a Epica, un progetto per tenere il conto dei nuovi malati di cancro. In tempo reale, a partire dalle schede di dimissione ospedaliera messe in rete dagli stessi medici curanti. E i numeri sono drammatici.

A seguito della sentenza del tribunale di Strasburgo dello scorso gennaio, che ha condannato l’Italia per non aver tutelato a sufficienza dall’inquinamento ambientale la salute di 3 milioni dei suoi abitanti, il governo italiano ha nominato un commissario straordinario per la Terra dei Fuochi, il generale Giuseppe Vadalà, cui sono stati dati 60 giorni per elaborare un nuovo piano d’azione. Il suo tempo, per sbloccare le perimetrazioni dei terreni inquinati e la loro bonifica stabilita dal Decreto Terra dei Fuochi del 2013, scade a fine mese.

Il nemico più grande da sconfiggere è la tesi, sostenuta da molti, che negli ultimi dieci anni il pericolo è cessato e non ci sono stati più sversamenti tossici nel terreno. La stessa giunta regionale della Campania fa sapere che «la sentenza di condanna della Corte europea riguarda fatti e denunce antecedenti al 2013. Il presidente Vincenzo De Luca governa dal 2015 e sui rifiuti ha quasi azzerato la multa europea. Dal 2015 decine di bonifiche di discariche e perimetrazioni sono state fatte, è stato riattivato il Registro tumori e vengono monitorati in tempo reale aria, acque e terreni».

Il Registro tumori, però, è fermo al 2018. In compenso, a riprova dei dati del dottor Costanzo di Frattamaggiore, ci sono quelli dell’ultimo rapporto Sentieri dell’Istituto superiore di sanità, quello del 2023, che si riferiscono all’intero litorale Domizio-Flegreo e all’Agro Aversano: «Negli ultimi quarant’anni questi territori hanno costantemente avuto i numeri peggiori di tutta Italia – spiega il dottor Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli e consulente per diverse procure in materia di Terra dei fuochi – l’Iss dice che qui il tasso di incidenza dei tumori è più alto in media del 9%».

La verità è che i numeri dei malati restano alti perché le cause di inquinamento ambientale non sono mai venute meno. «Le prove del fatto che gli sversamenti sono continuati ben oltre il 2015 si trovano sia nella sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, sia nelle dichiarazioni ufficiali rilasciate dai vari prefetti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Terra dei Fuochi», assicura l’avvocato Valentina Centonze. Che parla con cognizione di causa: è stata lei, insieme ad altri tre avvocati, a rappresentare i 71 ricorrenti al tribunale di Strasburgo. «Lo stesso Piano bonifiche regionali – aggiunge – disponibile sul sito della Regione Campania e aggiornato al gennaio 2025, dice che restano ancora 3mila siti da bonificare».

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