Storie Web mercoledì, Marzo 26
Notiziario

Tutto ha inizio dalla telefonata del 21 marzo del vicepremier leghista Matteo Salvini al numero due di Trump, J. D. Vance. Il gesto fa inalberare il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che il giorno dopo commenta stizzito: «La politica estera italiana la decidiamo io e la premier Giorgia Meloni». «Guerra con Meloni sugli Usa? Retroscena surreali» controbatte allora Salvini. Ultimo tempo del contenzioso domenica 23 marzo. Il ministro degli Esteri questa volta vuota il sacco. «Un partito “quaquaraquà” parla e dice senza studiare e riflettere, sono partiti populisti che un giorno dicono una cosa e un giorno un’altra. I partiti seri sono quelli che studiano, approfondiscono e poi parlano, decidono e fanno quello che dicono, senza rinnegare e cambiando idea» spiega Tajani. Non cita né Salvini, né la Lega, ma a tutti il riferimento sembra scontato.

Ceccardi (Lega): «Noi quaquaraquà? Da Tajani parole irricevibili»

“Noi un partito di quaquaraquà? Quelle di Tajani sono affermazioni irricevibili, Salvini ha chiamato il suo omologo Vance, il vicepremier ha anche un ruolo politico, è segretario di uno dei più importanti partiti, ha il diritto, ma anche il dovere, di intrattenere i rapporti con il più grande partito conservatore del mondo” attacca Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, a RaiNews 24, rispondendo a una domanda sulle divergenze in politica estera tra alleati. “Con Vance -spiega- avranno chiaramente parlato di politica internazionale”. “Un conto sono i rapporti istituzionali del governo, che persegue una linea unitaria” ma poi abbiamo anche “la Lega, che persegue una propria linea, con diverse sfumature, che contribuiscono ad arricchire il dibattito anche tra i partiti di maggioranza”. Le gelosie degli alleati non ci riguardano”, avverte Ceccardi.

Nevi (Fi): Tajani non ha detto Lega partito di quaquaraquà

“I toni sono diversi, ovvio, ma non è una novità. Così come le differenze che abbiamo in Europa e infatti siamo in famiglie diverse. Tajani ieri ha spiegato che vuole fare un partito serio e non superficiale e non fatto di quaquaraquà, ma non ha detto che la Lega è un partito di quaquaraquà”. Così ad Affaritaliani.it il portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera Raffaele Nevi sulle tensioni nel governo e in particolare tra i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. “In Parlamento la settimana scorsa abbiamo votato uniti la risoluzione della maggioranza, quello conta. Poi i giornali ricamano sulle differenze, lo sappiamo. Ma non ci sono problemi nella maggioranza e non ci sarà nessun vertice per fare chiarezza. Tajani semmai è molto dispiaciuto per gli attacchi di bassissimo livello ricevuti dal Pd e da personaggi come Zingaretti. E’ a sinistra che ci sono le divisioni, non nel centrodestra”, conclude Nevi.

Salvini: con Tajani rapporto splendido, sorrido con i giornali

“Con Tajani abbiamo rapporti splendidi. Leggo i giornali e sorrido” afferma il ministro dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini rispondendo a una domanda sulle recenti polemiche con l’altro vicepremier e suo omologo agli esteri. “Faccio il mio lavoro – spiega – e sarebbe sorprendente che qualcuno contestasse il fatto che faccio il ministro dei Trasporti e parlo di investimenti sull’Alta Velocità negli Usa con il vicepresidente americano Vance, sull’acqua con il premier israeliano e sul ponte con le istituzioni europee”. “Faccio il mio mestiere”, conclude Salvini.

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