Storie Web lunedì, Maggio 20
Notiziario

IZANA (SPAGNA) – Manca poco alle prime luci dell’alba quando un raggio laser arancione punta verso il cielo. Impossibile non notarlo fra la distesa di cupole bianche dell’Osservatorio del Teide, a quasi 2400 metri di quota sull’isola di Tenerife. È una delle primissime attivazioni di un prototipo realizzato nell’ambito di due progetti internazionali: ALASCA e CaNaPy.

Il laser è uno dei più potenti mai sviluppati per l’astronomia. Può arrivare a oltre 70 watt, ma non è solo questo a renderlo speciale. “In queste notti stiamo testando uno strumento che è nato all’Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone – spiega Mauro Centrone, tecnico di ricerca dell’INAF-OAR e membro del team di esperti che sta svolgento l’attività – Ha un duplice scopo: rendere migliore la comunicazione con i satelliti geostazionari e migliorare la resa astronomica dei grandi telescopi. Dopo tanto lavoro lo abbiamo portato qui e cercheremo finalmente di vedere come si comporterà”.

Il prototipo è stato posizionato nell’Optical Ground Station dell’Agenzia Spaziale Europea, in una struttura isolata dall’esterno per evitare che vi si depositi anche il più piccolo granello di polvere. È collegato a un telescopio da un metro di diametro, che viene utilizzato per propagarlo e anche per ricevere i segnali inviati in riposta dai satelliti.

Come altre strumentazioni simili per l’ottica adattiva, il laser crea una stella artificiale nel cielo, un riferimento per misurare la turbolenza nell’atmosfera. Tenendola in considerazione è possibile migliorare le immagini astronomiche. È questo l’obiettivo principale del progetto CaNaPy, guidato dallo European Southern Observatory. “E’ qualcosa di unico – dice il project manager Felipe Pedreros Bustos dell’ESO – Stiamo esplorando nuove strade con una nuova configurazione. Ci aspettiamo passi avanti significativi”.

Riducendo gli effetti negativi prodotti dalla turbolenza atmosferica si possono però anche puntare con elevata precisione i satelliti. Il passo successivo, al centro del progetto ALASCA, è dunque riuscire scambiare dati ad altissima velocità con oggetti in orbita, nella luce visibile e anche all’infrarosso.

“Il vantaggio della comunicazione ottica è poter trasmettere molti più dati con un unico canale – dice Roberto Biasi, CTO di Microgate, l’azienda di Bolzano che guida le attività legate alle telecomunicazioni – Rispetto a una normale comunicazione radio abbiamo il vantaggio di avere una banda molto più elevata. Questo porta in prospettiva dei grandi vantaggi per il broadcasting tv ma anche per esempio per raccogliere dati dai satelliti in orbita bassa, che accumulano sempre più dati. Ovviamente ci sono anche svantaggi: se è nuvoloso la comunicazione ottica non funziona e questo è un aspetto da tenere presente”.

I test vengono effettuati cercando di dialogare con il satellite ALPHASAT dell’ESA. La comunicazione è già stata stabilita. Ora bisognerà valutare la velocità di connessione raggiunta. Parallelamente proseguirà l’attività mirata al miglioramento dell’ottica adattiva. Il raggio arancione punterà verso il cielo anche nei prossimi mesi.

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