La piattaforma di software, gaming e streaming Tencent e CATL, principale produttore di batterie al mondo nonché fornitore di Tesla, finiscono nella lista nera del Pentagono delle aziende cinesi che collaborerebbero con l’esercito di Pechino. La prima è la maggiore società cinese per capitalizzazione, mentre la seconda esprime da sola una quota di mercato del 35 per cento ed è un player di primaria importanza nel business dell’auto elettrica. La mossa ha inevitabilmente avuto ripercussioni in Borsa.
L’elenco, perfettamente ascrivibile alla politica estera di Trump sul versante economico, fa parte degli ampi sforzi di Washington per contrastare l’ascesa della Cina come superpotenza militare. Il Pentagono dal giugno 2026 non potrà stipulare contratti con le aziende incluse nell’elenco e dal 2027 non potrà acquistare beni o servizi che includano tali aziende nella loro catena di fornitura.
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha descritto l’elenco come un modo per evidenziare e contrastare quella che definisce la «strategia di fusione militare-civile» della Cina che sostiene gli sforzi di modernizzazione dell’esercito cinese garantendo l’acquisizione di tecnologia avanzata.
Pechino protesta e denuncia quella che a suo avviso rappresenta una «repressione ingiustificata» da parte di Washington. «La Cina è sempre fermamente contraria alla repressione ingiustificata delle imprese cinesi e agli ostacoli allo sviluppo di qualità» del Paese, ha dichiarato Guo Jiakun, portavoce del Ministero degli Affari Esteri.
parte di aziende, università e programmi di ricerca cinesi mascherati da entità civili.