Storie Web sabato, Agosto 2
Notiziario

«Per principio sono contrario ad evocare la parola tassa. Le banche devono fare il loro dovere come tutti i cittadini e le imprese. Accanirsi contro le banche non ha alcun significato». Così il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine degli Stati Generali del Mezzogiorno a Reggio Calabria, sull’ipotesi di un contributo volontario delle banche di cui ha parlato Matteo Salvini. «Le banche – aggiunge – raccolgono risparmi, erogano prestiti e devono rispettare le regole e pagare le tasse come tutti. Devono fare la loro parte ma non possono essere indicate come il nemico pubblico numero uno. Non dobbiamo spaventare gli investitori, cominciando a dire che aumentiamo le tasse. La Lega ha le sue opinioni, noi le nostre che sono completamente diverse».

Lega: banche cedano parte dei guadagni per la rottamazione

 

A stretto giro il rilancio della Lega, affidato a una nota di via Bellerio: «Ridurre le tasse a chi lavora è la priorità della Lega. Mentre nel solo 2024 le banche hanno guadagnato oltre 46 miliardi di euro, milioni di italiani sono in difficoltà con cartelle esattoriali e debiti del passato. Pace fiscale e definitiva rottamazione delle cartelle, con arretrati da pagare in rate mensili uguali in dieci anni (senza sanzioni e interessi), sono priorità assolute, vantaggiose per lo Stato e per i cittadini. E se per arrivarci le banche dovranno cedere una minima parte dei loro giganteschi utili, per la Lega sarà giusto farlo»

Salvini: idea contributo volontario delle banche

L’idea di un contributo volontario è stata rilanciata dal leader della Lea Matteo Salvini nei giorni scorsi alla festa della Lega Romagna. «Stiamo ragionando non su una tassa ma su un contributo volontario e spontaneo delle banche da ridistribuire ai lavoratori italiani e agli imprenditori» aveva detto

I precedenti

Non è la prima volta che la Lega lancia messaggi “poco distensivi” alle banche. Intervenuto lo scorso 11 luglio all’Assemblea dell’Abi, presso l’Aula Magna dell’Università Luigi Bocconi di Milano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si era rivolto alla platea dei banchieri con queste parole: «Seguiamo con attenzione e preoccupazione i segnali di contrazione del credito alle imprese», aveva detto. «Voglio ribadire l’importanza che le banche continuino a meritare e coltivare la fiducia dei risparmiatori, ed erogare credito attraverso le loro capacità di analisi e valutazione del merito creditizio», aveva rincarato. Ancora prima, a maggio, Giorgetti aveva commentato le parole del presidente dell’Abi Antonio Patuelli il quale aveva a sua volta espresso «sorpresa» per «una norma imprevista e imprevedibile che ha anche un effetto retroattivo», riferendosi al decreto sul Superbonus, che era stato approvato poche ore prima dal Senato. «Al presidente dell’Abi dico che in questo paese tutti fanno sacrifici e che se fanno un po’ di sacrifici anche le banche non è sbagliato», era stata la replica di Giorgetti.

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