«Per i farmaci questa manovra cosi come è stata disegnata al momento è un attacco all’industria farmaceutica, a un comparto che è campione in Europa nella produzione. Al contrario di quanto annunciato, non si interviene per adeguare il tetto della spesa farmaceutica al trend reale della domanda di farmaci dei cittadini in continua crescita e spostato sempre più verso l’innovazione. E per giunta modifica il meccanismo di remunerazione riducendo il margine all’industria per aumentare quello dei grossisti».
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, non nasconde la sua delusione per le misure della legge di bilancio che «vanno nella direzione opposta a quanto dichiarato» perché «a parole per il Governo siamo un settore strategico, ma poi nei fatti sembra di no, anche se il nostro auspicio è che ora la manovra cambi in Parlamento: c’è il tempo per farlo e noi siamo sempre pronti al dialogo», avverte. Nel mirino c’è innanzitutto il mancato rialzo del tetto della spesa farmaceutica che tra il 2024 e il 2025 costerà alle aziende rispettivamente circa 2 miliardi e quasi 2,5 miliardi di payback. Un salasso a cui si aggiunge una «misura assurda» che prevede un aumento dello 0,65% della remunerazione sul prezzo dei farmaci in favore dei grossisti e a danno delle imprese farmaceutiche: in pratica l’1% dei ricavi delle industrie passa ai grossisti e alle migliaia di farmacie private che fanno distribuzione in forma di cooperative (si stima un taglio per le aziende di 150 milioni circa). E anche lì dove ci sono «novità positive» come sul Fondo dei farmaci innovativi si annida un altro «freno alla competitività e all’accesso ai nuovi farmaci».
Partiamo dall’inizio. Perché va alzato il tetto della spesa farmaceutica che oggi vale il 15,3% del Fondo sanitario?
Lo dicono i numeri. La spesa rispetto al dato anagrafico di un Paese che invecchia sempre di più non può che crescere e di questo dobbiamo esserne consapevoli. La salute e la spesa in farmaci devono essere finalmente considerati come un investimento essenziale per lo sviluppo economico e sociale del Paese e non più come un costo.
Quali sono gli effetti per le aziende se non si cambia il tetto?