Con i 355 milioni di bottiglie che si stima saranno stappate nelle festività di fine anno gli spumanti italiani supereranno la quota di un miliardo di bottiglie prodotte e commercializzate. È quanto emerge dal report sui consumi di bollicine a fine anno messo a punto dall’Osservatorio del vino dell’Unione italiana vini e da Ismea. Numeri che confermano il trend di successo degli spumanti italiani, un trend che sembra proprio non conoscere battute d’arresto né crisi economiche o tensioni geopolitiche.
Secondo l’analisi di Ismea e dell’Osservatorio Uiv si brinderà con spumanti made in Italy più all’estero (251 milioni di bottiglie in attesa di essere stappate con una crescita del 9% su base annua) che in Italia (dove ci si fermerà a 104 milioni e un incremento del 2% rispetto allo scorso anno).
La crescita complessiva a quota 1,015 miliardi di bottiglie (+8%) conferma il buono stato di salute di questo segmento produttivo non solo rispetto ai vini fermi ma anche nei confronti di altre bevande alcoliche dalla birra agli spiriti.
Fanno eccezione i cocktail che con la propria crescita alimentano anche quella degli spumanti che sono sempre più una costante della mixology.
«La “tendenza spritz” – spiegano Ismea e l’Osservatorio Uiv che per la prima volta provano a stimare la consistenza del fenomeno – in accelerazione in tutte le aree chiave della domanda a partire dagli Usa, secondo le nostre stime si è tradotta in 2,8 miliardi di cocktail a base di spumante italiano (in particolare Prosecco e altri Charmat), per un totale di circa 340 milioni di bottiglie dedicate solo al mix. Un fattore determinante per l’export di quest’anno, che si profila in crescita, lato volumi, del 9%, complice in particolare l’ennesimo exploit del Prosecco, con il Doc e l’Asolo Docg, e la crescita in doppia cifra degli altri spumanti metodo Charmat” come, ad esempio, l’Asti Docg sempre più sperimentato anche nei cocktail.
La stima del contributo che gli spumanti italiani danno ai cocktail chiarisce inoltre il fenomeno ormai compiuto della destagionalizzazione dei consumi. Di fatto su poco più di un miliardo di bottiglie, un terzo, 355 milioni, vengono consumati nelle festività di fine anno, un altro terzo (340 milioni) nei cocktail e un altro terzo come spumante tal quale. Di fatto due terzi sono consumati nell’arco dell’intero anno.