Alla fine arrivò la proposta di legge targata Cnel contro la desertificazione bancaria. A più di un anno dall’istituzione del gruppo di lavoro (9 aprile 2024), è stata presentata alla Camera e al Senato una possibile soluzione per arginare il disimpegno delle banche da alcuni territori italiani più disagiati.
La proposta
La proposta intende modificare l’articolo 9 della legge 158 del 2017, provvedimento varato all’epoca a sostegno dei piccoli comuni: si punta a togliere l’affidamento diretto delle tesorerie comunali a Poste italiane nei municipi fino a 5mila abitanti. L’obiettivo, si legge nella relazione di accompagnamento della proposta Cnel, è «di garantire che tutti gli operatori economici autorizzati a svolgere le funzioni di tesoreria per le pubbliche amministrazioni abbiano pari opportunità di partecipare alle procedure di gara». Rispetto a quanto avviene oggi, alla gara per la gestione delle tesorerie comunali potranno partecipare anche altri soggetti e, viene ulteriormente specificato nella relazione, «l’affidamento diretto e in via esclusiva alla società Poste italiane Spa, troverebbe quindi applicazione solo in via eccezionale e residuale nel caso in cui l’esito della gara fosse negativo».
Opportunità
Chi si aspettava una soluzione più articolata, è rimasto un po’ deluso. Paolo Pirani, consigliere Cnel e coordinatore del tavolo di lavoro sulla desertificazione bancaria, è però molto positivo: «Aumentano le opportunità di partecipazione alle gare per le tesorerie comunali anche da parte di altri soggetti. Quando la proposta diventerà legge, scatterà l’obbligo della gara: se poi andrà deserta, interverranno le Poste. La stessa Abi, l’associazione bancaria italiana, aveva chiesto di fare di nuovo le gare nei piccoli comuni».
Perplessità e critiche
C’è chi però non è per nulla convinto di tale soluzione, bocciando senza appello l’iniziativa legislativa del Cnel. «Sono assolutamente contrario a questa proposta di legge. La trovo assurda»: a parlare è Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani (Uncem) che rappresenta in Italia territori in cui risiedono oltre 10 milioni di abitanti. «La legge 158 del 2017 mirava proprio a bloccare alcuni fenomeni come quello della desertificazione bancaria – ricorda Bussone –. In particolare, l’articolo 9 ha consentito che anche le Poste non chiudessero alcuni sportelli nelle aree interne come stavano iniziando a fare una decina di anni fa». E aggiunge: «L’affidamento diretto a Poste italiane delle tesorerie dei piccoli comuni, fu deciso proprio perché le gare di aggiudicazione andavano deserte. Grazie a tale possibilità, Poste italiane non ha chiuso più gli sportelli, diventando in alcuni paesi l’ultimo baluardo alla desertificazione bancaria. La proposta Cnel mi sembra quindi un passo indietro».
C’è da dire che le Poste nei piccoli comuni possono contare anche sul progetto Polis, sviluppato con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha l’obiettivo proprio di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale dell’Italia, in particolare nei piccoli centri e nelle aree interne. Così negli uffici postali, oltre ai tradizionali servizi, viene supportata pure una gamma completa di altre offerte, perfino nel settore energetico.