Storie Web lunedì, Dicembre 23
Notiziario

Dal sovraffollamento in crescita ai suicidi, dalla formazione all’inclusione, passando per la carenza del personale e i disagi delle strutture. È un quadro a tinte scure quello che l’Associazione Antigone (che si occupa dei diritti delle persone private della libertà) descrive nel report 2024 sulle carceri italiane.

I record drammatici

«Il 2024 delle carceri ci sta lasciando drammatici record, quello dei suicidi, quello delle morti in carcere, e una crescita della popolazione detenuta così sostenuta da provocare, già oggi, una situazione di reali trattamenti inumani e degradanti generalizzati. – dice Patrizio Gonnella, presidente di Antigone-. Condizione che abbiamo raccolto un report (presentato oggi), pochi giorni prima dell’appuntamento Giubilare che vedrà Papa Francesco varcare le soglie del carcere di Rebibbia per l’apertura di una delle Porte Sante».

Detenuti in aumento

Il report indica una crescita nel numero dei detenuti. «Al 16 dicembre 2024, in Italia erano 62.153, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti – si legge nel documento -. Di questi posti, però, 4.462 in effetti non erano disponibili, per inagibilità o manutenzioni, e dunque la capienza effettiva scende a circa 47.000 posti, ed il tasso di affollamento effettivo arriva al 132,6%». Non è tutto, nel rapporto viene sottolineato che «il tasso di crescita della popolazione detenuta è ormai insostenibile». «Un anno fa, alla fine del 2023, i detenuti erano 60.166, circa 2.000 in meno di oggi». Il tasso di affollamento medio è del 132,6%. Il picco si registra a San Vittore a Milano con il 225% seguito da Brescia Canton Monbello il 205%, poi Como e Lucca il 200%, a Taranto il 195% e a Varese il 194%.

Tra spazi ridotti e disagi

C’è poi il capitolo della vivibilità e delle condizioni delle strutture detentive. «Nelle 87 carceri visitate dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi in 28 istituti, il 32%, c’erano celle in cui non erano garantiti 3 metri quadri calpestabili per ogni persona detenuta». Lo studio sottolinea che «il 35,6% delle carceri visitate è stato costruito prima del 1950. La maggior parte di questi, il 23% del totale, addirittura prima del 1900». Non solo, «nel 10,3% degli istituti visitati non tutte le celle erano riscaldate. Nel 48,3% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell’anno». Inoltre «nel 55,2% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia» mentre nel 25,3% «non ci sono spazi per lavorazioni».

Personale in calo

Si riducono anche i numeri del personale. Il report registra un calo di poco superiore del 10% degli operatori. «Erano in media uno ogni 87 detenuti nel 2022, sono diventati uno ogni 76 detenuti nel 2023, ed uno ogni 68 nel 2024- si legge ancora -. Se si guarda invece al personale di polizia penitenziaria si registra al contrario un calo in rapporto alle presenze. C’era in media un agente ogni 1,7 detenuti nel 2022, uno ogni 1,9 detenuti nel 2023 ed uno ogni 2 detenuti nel 2024».

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