Storie Web mercoledì, Ottobre 22
Notiziario

«Abbiamo visualizzato l’attività dei neuroni che rilevano la leptina mentre i topi affrontavano situazioni che potevano causare ansia. Abbiamo visto che questi neuroni si attivavano ogni volta che gli animali superavano l’ansia ed esploravano liberamente aree esposte o si avvicinavano al cibo al loro interno – precisa Rebecca Figge-Schlensok , ricercatrice all’Università di Colonia – Quando abbiamo potenziato questa attività, i topi esploravano di più ed erano in grado di mangiare in contesti difficili: chiari segnali che questo circuito aiuta a superare l’ansia per supportare comportamenti adattivi e orientati agli obiettivi».

Un ponte tra ansia e comportamento alimentare

L’ansia è una reazione naturale che protegge dai pericoli, ma quando è eccessiva può ostacolare bisogni fondamentali come nutrirsi o riposare. Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, mostra come il cervello riesca a bilanciare questi bisogni: la leptina, segnalando la necessità di energia, “abbassa il volume” dell’ansia per permettere azioni necessarie alla sopravvivenza.

I ricercatori, inoltre, hanno osservato un aumento dell’input proveniente dalla corteccia prefrontale, una regione che media il controllo cognitivo, negli animali più ansiosi. Questo input sopprimeva l’attività delle cellule che riducono l’ansia, impedendo così il sollievo dall’ansia. Ciò dimostra il ruolo del controllo cognitivo nella regolazione degli stati emotivi.

Nuove prospettive terapeutiche

Secondo Korotkova, capire come questo meccanismo funziona potrebbe portare a nuovi trattamenti per disturbi in cui ansia e alimentazione si intrecciano, come anoressia e bulimia, ma anche per forme gravi di ansia generalizzata. «Ansia e anoressia nervosa vanno spesso di pari passo, e l’anoressia ha il più alto tasso di mortalità tra tutti i disturbi psichiatrici, e a oggi, senza alcun trattamento farmacologico efficace – afferma Korotkova – Identificando un nodo ipotalamico sensibile alla leptina che limita la locomozione indotta dall’ansia senza sopprimere la normale attività, iniziamo a capire come lo stato emotivo e l’equilibrio energetico si intersecano nel cervello. Il passo successivo sarà quello di verificare se la modulazione farmacologica di questi neuroni possa aiutare a trattare l’ansia e i disturbi alimentari».

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