
Anche la Spagna, pur non avendo cittadini colpiti dalle misure come Francia e Germania, condanna le «inaccettabili» sanzioni contro cinque cittadini e funzionari europei. «Uno spazio digitale sicuro, libero da contenuti illegali e disinformazione, è un valore fondamentale per la democrazia in Europa e la responsabilità di tutti», si legge in una nota del ministero degli Esteri spagnolo, che definisce «inaccettabili le misure tra partner e alleati».
Tra i diretti interessati, Thierry Breton ha parlato di «caccia alle streghe» in stile maccartista e ha ricordato che il Dsa è stato votato da una larghissima maggioranza del Parlamento europeo e da tutti i 27 Stati membri.
HateAid (Josephine Ballon e Anna-Lena von Hodenberg) ha letto i visti come un tentativo di ostacolare l’applicazione del diritto europeo alle imprese statunitensi che operano in Europa, aggiungendo che non si farà «intimidire» da accuse di censura usate per zittire chi difende diritti e libertà di espressione.
Il Global Disinformation Index ha definito la decisione «immorale, illegale e anti-americana» e un «attacco autoritario» alla libertà di parola, accusando l’amministrazione di usare lo Stato per intimidire e silenziare voci sgradite.
Sul versante politico britannico, Ed Davey, leader dei liberaldemocratici, ha replicato pubblicamente a Sarah Rogers sostenendo che la linea della Casa Bianca, esplicitata nei documenti strategici citati nel dibattito, equivale a «interferenza straniera» perché mira a «coltivare resistenza» nei Paesi europei, innescando un botta e risposta sui social.








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