Storie Web venerdì, Maggio 30
Notiziario

Al Teatro Ariston cala il sipario sull’affidamento diretto a Rai del Festival della Canzone italiana. Il Consiglio di Stato ha respinto infatti tutti gli appelli presentati per l’organizzazione di Sanremo nel triennio 2026-2028. In attesa delle motivazioni, nel dispositivo di sentenza pubblicato giovedì 29 maggio, la massima autorità della giustizia amministrativa ha dichiarato inammissibile l’intervento delle associazioni dei consumatori e rigettato integralmente gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e dallo stesso Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar Liguria che aveva imposto la gara pubblica per l’assegnazione dei marchi connessi al Festival giudicando illegittimo l’affidamento diretto alla Rai per le edizioni 2024-2025.

Con la decisione si apre ora la negoziazione con Rai, unica ad aver presentato l’offerta entro la scadenza fissata al 19 maggio. La trattativa si baserà sui criteri stabiliti dalla manifestazione d’interesse, compresi gli obblighi economici e organizzativi. La presentazione di un’unica offerta però non implica l’accettazione automatica delle condizioni proposte. Il Comune potrebbe cercare di avere migliori condizioni sfruttando la negoziazione che deriva dalla legittimità confermata della procedura a evidenza pubblica. Ma anche la Rai potrebbe ridimensionare le pretese dell’amministrazione comunale per la sostenibilità economica o limiti contrattuali.

Il caso era partito a dicembre dell’anno scorso, quando il Tar Liguria bocciò l’affidamento diretto a Rai del Festival della canzone italiana in virtù della convenzione da 5 milioni e, per la prima volta, aprì le porte alla possibilità di andare a gara. Il ricorso davanti al Tribunale amministrativo regionale era stato depositato dalla JE – società di edizione musicale e produzione eventi – che aveva precedentemente trasmesso al Comune di Sanremo una manifestazione d’interesse «ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo».

Una successiva richiesta di sospensiva della sentenza, da parte di Rai, era stata bocciata sempre dal Consiglio di Stato. E intanto, parallelamente, cominciava la partita sul futuro del Festival: la Giunta del comune ligure, guidata dal sindaco Allessandro Mager, a inizio aprile pubblicava infatti il bando per l’individuazione della Tv partner per il 2026, 2027 e 2028 più un’eventuale proroga di massimo due anni, come da disposizioni della sentenza del Tar Liguria.

Un bando per una gara evidentemente al rialzo, con il nuovo partner chiamato riconoscere al Comune un corrispettivo non inferiore a 6,5 milioni all’anno, oltre a una percentuale non inferiore all’uno per cento su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi. La mossa ha creato un certo imbarazzo in casa Rai, se consideriamo che la Tv di Stato ha risposto con una diffida: i marchi del festival sono legati inscindibilmente al format di Rai e, pertanto, in nessun caso possono essere utilizzati da altre emittenti televisive, secondo la tesi espressa da Viale Mazzini.

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