Storie Web giovedì, Aprile 17
Notiziario

La copertura sanitaria integrativa piace ai lavoratori, alle prese con l’arretramento del servizio sanitario nazionale che causa lunghe attese nelle visite e negli esami medici, ma non ha ancora una larga diffusione nelle imprese. L’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità, condotto da Nomisma per UniSalute, condotta su un campione di 1.650 italiani, ha rilevato che solo il 45% delle aziende include la sanità integrativa nel proprio piano di welfare. Lo strumento è più diffuso al Nord dove la percentuale sale al 51%, per scendere al 49% al Centro e crollare al 34% al Sud.

I lavoratori che non hanno la sanità integrativa …

Tra i lavoratori che non hanno una copertura integrativa il 75%, ossia tre su quattro, dicono che vorrebbero venisse introdotta nella loro azienda. Avere dei servizi sanitari inclusi nel proprio contratto di lavoro, dunque, viene vista come un’opportunità, in un contesto Paese dove solo l’8% degli italiani crede che in futuro il sistema pubblico potrà rispondere da solo a tutti i loro bisogni di salute.

… e quelli che ce l’hanno

Tra i lavoratori che invece hanno una copertura sanitaria nel contratto di lavoro, i servizi che sono maggiormente utilizzati sono il rimborso delle spese per visite ed esami e le prestazioni mediche con medici convenzionati (71%), seguiti dalle cure dentistiche (57%), dai pacchetti di prevenzione (54%) e dai rimborsi per lenti e occhiali (45%). Solo il 41% dei lavoratori è però veramente soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa della propria azienda perché sono ancora poco diffuse le coperture come i pacchetti maternità (20%), il supporto per percorsi piscologici e di psicoterapia (15%) e i servizi di telemedicina (12%). Solo il 21% delle aziende, inoltre, offre servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti.

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