Storie Web venerdì, Marzo 21
Notiziario

Via libera dei commissari dell’ex Ilva al consorzio azero. Adesso toccherà al governo Meloni porre il sigillo definitivo. Mercoledì giornata lunga e complessa, come si addice a una vicenda che non è stata mai semplice e lineare. Nel corso della giornata i tre commissari – Davide Tabarelli, Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori – hanno ultimato il lavoro di sintesi e di avvio della seconda fase della procedura insieme ai consulenti di Boston Consulting Group. Non un passaggio formale, ma sostanziale, perché i tre commissari hanno dovuto estrarre, dalla proposta del consorzio che ha in Baku Steel il suo pivot industriale e il governo dell’Azerbaijan il suo regista strategico, gli elementi essenziali da sottoporre al ministro dell’Industria e del made in Italy Adolfo Urso, incontrato nel pomeriggio di mercoledì.

Il verdetto del governo

A questo punto, si attende un pronunciamento definitivo del governo e nei prossimi giorni dovrebbe esserci un passaggio tra ministero delle Imprese e del made in Italy e Palazzo Chigi. Intanto il consorzio azero si ritrova unico titolare della seconda fase, la negoziazione in esclusiva, nella quale si dovrebbe definire nei dettagli la quota statale del 10% in capo a Invitalia (con apposita norma). E potrebbe esserci anche un’apertura alla partecipazione degli indiani di Jindal Steel International.

La partita industriale

Nella proposta di Baku, l’atterraggio a regime per gli occupati effettivi è intorno ai 7mila addetti. In particolare, nello schema industriale prospettato, è previsto soltanto un altoforno, a cui appaiare due forni elettrici. Con la prospettiva di una chiusura sul medio termine del primo e un incremento dei secondi, che dovrebbero salire a tre. Si profila, quindi, una mini Ilva, rispetto agli oltre 10mila addetti che hanno caratterizzato i quindici anni di gestione privata della famiglia Riva. In quel periodo, si arrivò a produrre 12 milioni di tonnellate all’anno. Adesso, anche per il vincolo della legislazione ambientale, il punto di caduta è a sei milioni di tonnellate. Su questo versante esiste una doppia criticità da considerare. Primo elemento: nella fase di negoziato in esclusiva, il sindacato dovrà essere coinvolto. E servirà un accordo firmato sul problema del numero finale di dipendenti. Secondo elemento: esiste un convitato di pietra, sempre assente dagli affollati tavoli per l’ex Ilva, che è il ministero della Salute, che alla fine dovrà dare un via libera non formale a tutti i precetti relativi alla valutazione del danno sanitario a cui gli azeri saranno tenuti.

La partita finanziaria

Il problema, però, è anche la natura della operazione. Nel senso che il governo Meloni dovrà capire bene il tema della finanza di impresa. Il consorzio azero è, appunto, espressione di un governo che ha mostrato, dopo la caduta del Muro di Berlino, tutta la sua abilità a muoversi fra Mosca e Londra, fra le democrature e i mercati globali a matrice occidentale. La richiesta di una partecipazione di Invitalia con una quota di minoranza – all’inizio si parlava del 25%, poi scesa al 10%, per un valore di 50 milioni di euro di capitale di rischio – sembra coerente con una operazione G to G, Governo con Governo. Soprattutto perché lo Stato azero dispone della forza finanziaria ed energetica del gas e del petrolio della Socar, la compagnia pubblica che di fatto si muove come un fondo sovrano. In questo caso la criticità da valutare – anche nei suoi aspetti geopolitici – è il finanziamento domandato. Nel senso che – a fronte degli 1,1 miliardi di euro di valutazione della società – il consorzio azero è disponibile a riconoscere mezzo miliardo di magazzino e pagare altri 600 milioni di euro.

Il finanziamento

Il nodo è rappresentato dalla ulteriore richiesta – di cui il governo deve cogliere bene la qualità e l’entità – di mezzo miliardo di euro circa di soldi pubblici italiani, di cui non è chiaro – almeno finora – la qualità e la funzione: sussidio gratuito, prestito a condizioni di favore, prestito convertendo? E, poi, erogato da quale soggetto della galassia statale?

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