Storie Web venerdì, Aprile 18
Notiziario

L’esordio è in un ottimo italiano, con parole scandite una a una. «Presidenti del Senato e della Camera, membri del governo, senatori, deputati, autorità, sono enormemente onorato di essere stato invitato qui oggi e molto grato al presidente Mattarella per il suo gentile invito a compiere una visita di Stato in Italia». Re Carlo III parla alle Camere riunite nell’Aula di Montecitorio. È a tutti gli effetti il primo discorso di un sovrano britannico davanti a deputati e senatori, e la valenza simbolica dell’occasione non manca di essere sottolineata dai presidenti delle assemblee. «Spero di non stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia», dice scherzosamente il re prima di passare all’inglese.

«Guerra ha prezzo terribile, pace è un dono»

In rappresentanza del governo, siedono tra i banchi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e un nutrito gruppo di membri dell’esecutivo. «Tra poche settimane celebreremo l’80mo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Ue, ricorderemo il terribile prezzo della guerra e il prezioso dono della pace», segnala il sovrano. «Oggi purtroppo l’eco di quei tempi, che speravamo ardentemente fossero stati consegnati alla storia, riecheggia nel nostro continente. Le giovani generazioni ogni giorno vedono sui tablet che la pace non può essere mai essere data per scontata».

«Grazie agli italiani che diedero rifugio ai soldati britannici»

Altre parole vengono pronunciate in italiano, accolte da lunghi applauso dell’emiciclo. Come quando Carlo ringrazia «le centinaia di coraggiosi civili italiani che hanno dato rifugio ai soldati britannici e agli altri rischiando così la propria vita», durante la Seconda guerra mondiale.

Il ricordo di Falcone, standing ovation dell’Aula

Standing ovation dell’Aula della Camera per il giudice Giovanni Falcone. Rievoca il giudice ucciso dalla mafia nel 1992 sull’autostrada Palermo-Capaci, il re, accennando alla visita della Regina Elisabetta in Sicilia a pochi giorni dalla strage. «L’Italia sarà sempre nel mio cuore come fu per la mia adorata madre che non dimenticò mai il suo meravigliso venticinquesimo compleanno a Tivoli nel 1951 e la sua tappa a Capaci molti anni dopo nel 1992 quando rese omaggio pochi giorni dopo il suo assassinio al vostro leggendario procuratore antimafia Giovanni Falcone».

«Supereremo ostacoli e diremo “uscimmo a riveder le stelle”»

«Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni ora e nel futuro possiamo superarle insieme e lo faremo, quando lo avremo fatto» potremo dire «e poi uscimmo a rivedere le stelle». Conclude così, ancora in italiano e citando Dante, il suo discorso alle Camere riunite in Aula a Montecitorio.

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