Matteo Salvini è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. I giudici del Tribunale di Palermo hanno stabilito che non c’è stato alcun sequestro di persona né rifiuto di atti d’ufficio da parte dell’allora ministro dell’Interno nella gestione del caso Open Arms. Le accuse dei pubblici ministeri sono cadute e i giudici hanno evidentemente dato ragione alla difesa del leader leghista, come si evince dalla formula scelta per l’assoluzione. Questo sul piano legale è inoppugnabile e, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, va rispettato, non solo accettato.
Attenzione però a non prestare il fianco alla mistificazione e alla propaganda. Hanno già cominciato. Non sono passati che pochi minuti dalla sentenza di assoluzione e già autorevoli esponenti della maggioranza parlano di riconoscimento del fatto che Salvini abbia agito “per il bene del popolo italiano“, o di legittimazione “delle politiche del centrodestra in materia di immigrazione“. La Lega ha immediatamente lanciato una card con “Salvini assolto per aver difeso i confini”. Qualcuno ha già usato la decisione dei giudici per attaccare la magistratura politicizzata che voleva “processare la linea politica del governo“. Andrà peggio, si userà la sentenza di Palermo per raccontare agli italiani un Paese sotto assedio, per impostare una narrazione in cui un prode politico li ha “difesi” da qualche decina di migranti, uomini, donne, bambini, in fuga da una vita di miseria e paura. È un giochetto che conosciamo e che, purtroppo, sappiamo funzionare bene.
Proprio per questo, ora è il momento di mantenere i nervi saldi e la mente lucida. Ricordarsi che ci sono piani che non vanno mai sovrapposti, quello della legalità e del politicamente e moralmente giusto. Salvini è certamente innocente di fronte alla legge, ma il nostro giudizio del suo operato, sul piano politico e umano, non cambia. Mai come ora, è necessario ribadire che le pratiche in materia di gestione degli sbarchi di Salvini e del governo Conte I, sostanzialmente proseguite da Draghi e Lamorgese, addirittura peggiorate da Meloni e Piantedosi, sono indegne di un Paese civile. Mai come ora, è necessario rilanciare un’altra idea di accoglienza, un’altra idea di umanità.
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell’area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.