Storie Web venerdì, Novembre 22
Notiziario

L’incidenza dei disturbi gastrointestinali è in costante aumento non solo nella popolazione adulta ma anche tra i bambini, con sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della loro vita e sulla spesa sanitaria nazionale. Si stima che riguardino oltre il 5% della popolazione pediatrica nei Paesi dell’area mediterranea. Tra le principali cause l’incremento di ansia e depressione tra i bambini, aggravate dalla pandemia da Covid-19. 

Un bambino su quattro soffre di depressione e uno su cinque presenta disturbi d’ansia

Secondo alcune stime un bambino su quattro soffre di depressione e uno su cinque presenta disturbi d’ansia. Questa situazione, allarmante per le implicazioni sul loro benessere, sta spingendo la ricerca a esplorare sempre di più la complessa interazione tra intestino e cervello. Al Congresso Sip un focus su quanto di nuovo sta emergendo. 

“È fondamentale comprendere l’impatto che le emozioni e lo stress possono avere sul benessere fisico dei bambini. Spesso, a causa delle naturali ansie dei genitori, si ricorre a esami non necessari che, anziché rassicurare, finiscono per amplificare lo stress nei più piccoli. Come Società Italiana di Pediatria, il nostro obiettivo è supportare le famiglie nella gestione serena di questi disturbi, fornendo strumenti basati sulle più recenti evidenze scientifiche e promuovendo un approccio di cura centrato sulla salute psico-fisica dei bambini”, afferma la Prof.ssa Annamaria Staiano, Presidente SIP.

Cervello intestino: come comunicano 

L’intestino e il cervello comunicano costantemente e questa connessione incide su molte funzioni viscerali (come secrezione, motilità, composizione del microbioma) influenzando anche le nostre emozioni e sensazioni fisiche. Uno squilibrio in questo delicato dialogo con un eccesso di informazioni provenienti dall’intestino (ipersensibilità viscerale) o dal cervello (stress, disturbi ansiosi) può portare a disturbi. Non a caso, i disordini funzionali dell’intestino sono ora chiamati “disturbi dell’interazione intestino-cervello” (DGBI), un termine che enfatizza quanto questo legame sia cruciale per la nostra salute. 

Questi disturbi possono manifestarsi in tutte le fasce di età pediatrica: dai rigurgiti nei lattanti fino alla stipsi funzionale e al colon irritabile nei bambini più grandi. Pur essendo generalmente di lieve entità, rappresentano oltre il 50% delle visite di gastroenterologia pediatrica.

Il ruolo della corretta alimentazione 

Un’alimentazione corretta, a partire dai primi mille giorni di vita, è fondamentale per il benessere fisico e mentale dei bambini. È importante considerare non solo ciò che mangia il bambino, ma anche la dieta della madre durante l’allattamento, poiché quest’ultima può influenzare le preferenze alimentari del neonato. 

“La dieta mediterranea è una delle scelte più sicure e complete per il benessere dell’asse intestino-cervello, grazie alla sua ricchezza di fibre, antiossidanti e grassi sani», prosegue Immacolata Spagnuolo, professore associato di Pediatria all’ Università Federico II di Napoli. ”Inoltre, è fondamentale leggere attentamente le etichette degli alimenti: molti snack apparentemente salutari contengono additivi e sostanze che possono avere risvolti negativi sulla salute del bambino e favorire  l’insorgenza di obesità”. 

Approcci terapeutici alternativi: dalla terapia cognitivo-comportamentale allo yoga 

Accanto alle cure tradizionali, stanno emergendo approcci alternativi che hanno dimostrato efficacia nella gestione dei disturbi dell’interazione intestino-cervello nei bambini. Le recenti linee guida delle Società Italiane di Gastroenterologia Pediatrica includono, tra le opzioni raccomandate, la terapia cognitivo-comportamentale e l’ipnoterapia focalizzata sull’intestino, entrambe volte a insegnare ai giovani pazienti la gestione delle emozioni e della percezione del dolore.

Anche tecniche come lo yoga e il rilassamento di Benson sono oggi considerate complementari alle terapie comportamentali tradizionali. Questi metodi, attraverso esercizi di respirazione addominale e di focalizzazione positiva, insegnano al bambino a rilassarsi e a gestire in modo più sereno i sintomi dello stress.

I decalogo: cosa fare e cosa non fare per il benessere dell’asse intestino-cervello nei bambini

Cosa NON fare:

  1. Evitare esami inutili: Spesso legati all’ansia dei genitori, possono risultare invasivi e non necessari. Fare sempre riferimento al proprio pediatra curante. 
  2. Evitare tisane dolci e succhi per alleviare le coliche: Il gusto dolce può creare dipendenza e favorire l’obesità.
  3. Evitare cambi frequenti del latte senza motivo: Cambiare marca senza una reale esigenza non apporta benefici.  Sostituirlo con bevande “a base di …” può compromettere la crescita.
  4. Non adottare diete di  eliminazione senza guida professionale: Possono causare squilibri nutrizionali e compromettere lo sviluppo. Sbagliato eliminare il glutine senza una provata diagnosi di celiachia  e far mangiare in bianco il bambino in caso di diarrea. 
  5. Evitare prodotti ultra-processati: Possono avere effetti negativi sull’umore e sul microbiota intestinale.

Cosa fare:

  1. Consultare il pediatra prima di intraprendere nuove terapie o cambiare dieta: Per evitare trattamenti non necessari e garantire scelte sicure.
  2. Seguire la dieta mediterranea: Ricca di verdure, frutta, legumi, cereali integrali e olio d’oliva.
  3. Considerare la terapia cognitivo-comportamentale e l’ipnoterapia: Approcci innovativi per insegnare ai bambini a gestire stress e dolore.
  4. Incoraggiare tecniche di rilassamento come lo yoga o il rilassamento di Benson: Esercizi di respirazione addominale e focalizzazione positiva possono alleviare i sintomi dello stress.
  5. Utilizzare le televisite per un accesso più semplice a specialisti qualificati: Una soluzione pratica per ricevere supporto professionale anche a distanza.
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