Un sistema di tutela sanitaria preso nella sua accezione più ampia – tra sanità, salute e soddisfazione degli utenti – che nel complesso migliora con una media cresciuta dal 35% del 2019 al 38% del 2024 – ma che è ancora lontano dalle aspettative sempre maggiori dei cittadini: infatti le Regioni al top, il Veneto seguita dalla Pa di Trento, si piazzano rispettivamente al 55% e al 50% di punteggio ma restano anch’esse lontane da valori ottimali. Mentre il Sud del Paese cumula nel complesso i voti più bassi anche se comincia a recuperare il gap storico dal Nord: con la Campania prima a fare un balzo in avanti seguita da Abruzzo e Molise e la Calabria al 23%, ultima tra tutte le Regioni. Terzo dato da rilevare, un sociosanitario che continua a “fare acqua”, a testimonianza che tematiche macro come la cura delle cronicità e della non autosufficienza restano ancora inevase.
Questi i principali risultati che emergono dalla XIII edizione dello studio sulle performance regionali presentato a Roma dal Crea Sanità, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità dell’Università di Roma Tor Vergata.
“Indice di Performance”
I dati di sintesi
Il quadro tracciato è eterogeneo e multiforme anche perché, nell’assegnare il punteggio principale, il panel di 107 stakeholder del Servizio sanitario nazionale coinvolti tra istituzioni, management delle aziende sanitarie, professioni sanitarie, industria delle Life Sciences e utenti presenta evidentemente un aumento delle aspettative che i sistemi regionali non riescono a soddisfare.
La suddivisione in gruppi regionali vede prime nella fascia di “eccellenza” come detto Veneto (55%, fatto 100% il massimo raggiungibile) e Trento (50%); mentre “buona” (42%-50%) è la performance delle sei regioni P.a. Bolzano, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia; “intermedia” (33%-41%) quella delle otto Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Abruzzo, Lazio e Marche; “critica” (<33%) quella di Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Campania.
Ma quali fattori contribuiscono ad assegnare il punteggio? Pesano le dimensioni appropriatezza (24,3%), esiti (15,25), sociale (12,8%), innovazione (12,2%), economico-finanziaria (11,2%). Con dinamiche differenti che vedono in quest’ultima rilevazione aumentare il peso specifico delle voci equità (+4%). innovazione (+0,8%), economico-finanziaria (+0,5%) ed esiti (+0,4%) mentre perdono peso il sociale (-3,3%) e l’appropriatezza (-2,3%).
La soddisfazione dei cittadini
Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i servizi sanitari regionali. Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 5,8, con un valore mediano pari a 6,8. “La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini – spiegano dal Crea Sanità – dimostra che una migliore performance genera maggiore soddisfazione”.