Chi partecipa al Conclave?
Gli “elettori” sono i cardinali, “creati” dai pontefici nel corso del tempo. Possono votare solo i cardinali che non avevano compiuto 80 anni al momento del decesso (o della rinuncia) del Papa precedente. Paolo VI, che effettuò una prima vera riforma del conclave stabilì il numero massimo di elettori in 120, soglia che è stata spesso superata, come nel caso di questo conclave del 2025, visto che si è arrivati a 140 a dicembre 2024, e si è scesi a 135 alla morte di Francesco: voteranno in 133 perché cardinali non sono venuti a Roma per gravi motivi di salute.
Quanto dura il Conclave?
La procedura prevede quattro voti al giorno per 3 tre giorni, poi la pausa di un giorno, e successivamente altre sette votazioni e altre eventuali pause. Fino alla 34esima votazione, dopo la quale si procede ad un ballottaggio tra i primi due votati, che tuttavia per essere eletti dovranno comunque sempre superare i due terzi.
Dove mangiano e dormono i cardinali durante il conclave?
I cardinali elettori saranno alloggiati nella Casa Santa Marta, fatta ristrutturare da Giovanni Paolo II a questo scopo, ma nel 2025, dato l’alto numero di cardinali – il più alto della storia – sarà utilizzata anche la struttura adiacente della “vecchia” Santa Marta. Ogni giorno i cardinali saranno trasportati con dei pullman dalla residenza – dove consumeranno i pasti, gli extra saranno pagati a parte dai singoli – alla Cappella Sistina, senza avere contatti con persone esterne, senza usare telefono o altri mezzi. Tra l’altro dalle 13 del 7 maggio fino ad elezione avvenuta dentro il territorio vaticano sarà attivata una completa schermatura delle comunicazioni
Che lingua parlano i cardinali in Conclave?
Dentro il Conclave si parla italiano, a parte le formule di rito codificate (giuramento e dichiarazione) che sono in latino, mentre nelle congregazioni generali preparatorie era predisposto un servizio di traduzioni dalle principali lingue. I cardinali nel concave 2025 provengono da 71 paesi, in diversi non parlano italiano (condizione pressochè essenziale anche non scritta per essere eletto) e alcuni neppure inglese o francese. Dentro la Cappella Sistina non è previsto alcun servizio di traduzione
Chi sono i cardinali “papabili” e quali sono gli italiani?
Da quando Francesco si è aggravato si rincorrono voci e ipotesi su chi potrebbe essere il successore. Tra i 133 cardinali – di cui 108 nominati da Bergoglio, 22 da Benedetto XVI e cinque da Giovanni Paolo II – la rosa si stringe attorno a una decina di nomi di porporati più in vista e che possono rappresentare un punto di sintesi tra esigenze e sensibilità sia di carattere dottrinale che pastorale, anche se la tradizione suddivisione tra conservatori e progressisti in questo conclave assume aspetti diversi. Questo pre-conclave vede certamente la presenza degli italiani, che le due volte precedenti venivano dati per esclusi in partenza. Un papa italiano manca da 47, dalla scomparsa di Giovanni Paolo I, ma ora il quadro è cambiato. I nomi principali sono Pietro Parolin, già Segretario di Stato, Matteo Zuppi, presidente della Cei, Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, e Claudio Gugerotti, già prefetto delle Chiese Orientali. Accanto a loro altri nomi in vista: Luis Tagle, filippino, pro-prefetto di Propaganda Fide, Jean Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, Mario Grech, maltese, segretario generale del Sinodo, lo spagnolo Angel Fernandez Artime, pro-prefetto della Vita consacrata, Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, e l’italo-canadese Francis Leo, arcivescovo di Toronto.