Storie Web domenica, Luglio 7
Notiziario

Una brutta disavventura classificata come raro caso clinico è accaduta ad un uomo di 55 anni di Philadelphia, che si è visto pungere da un’ape sul bulbo oculare con il pungiglione rimasto conficcato nella delicatissima zona dell’iride.  

Il caso è stato descritto e spiegato sul New England Journal of Medicine

Subito dopo la dolorosissima puntura l’uomo si è recato in un pronto soccorso, dove i medici, tuttavia, non sono riusciti a rimuovere completamente il pungiglione uncinato dell’ape, rimasto ben conficcato nella delicatissima zona dell’iride.

La vicenda 

Il giorno dell’incidente i medici non erano riusciti a rimuovere completamente il pungiglione dall’occhio. Due giorni dopo la situazione è peggiorata: l’occhio sanguinava con una conseguente diminuzione della vista. In seguito ad un successivo intervento, i medici hanno rilevato il pungiglione incastrato nel tessuto trasparente tra l’iride e la sclera. L’occhio era rosso e la cornea gonfia.

I sanitari hanno estratto il pungiglione e hanno prescritto al paziente colliri con farmaci antibatterici e steroidi che hanno permesso la graduale riduzione dell’infiammazione e il recupero della vista.

I rischi connessi alle punture nell’occhio

A causa del potente veleno degli imenotteri le punture nell’occhio possono innescare problemi molto seri e duraturi. Come evidenziato dall’Accademia Americana di Oftalmologia, le punture di api, vespe e calabroni negli occhi possono sfociare in “cheratopatia tossica, neurite ottica, sclerite tossica, endoftalmite tossica, glaucoma e cataratta”. Tra le altre complicazioni segnalate anche abrasioni e cicatrici corneali e perdita di cellule endoteliali.

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