Storie Web sabato, Luglio 27
Notiziario

La discussione sul premierato al Senato comincia lentamente e le votazioni ancor più lentamente. Una manciata di voti, 43, alla fine della prima giornata. Se si fanno i calcoli sul totale, solo l’1,5% dei 3000 emendamenti presentati dalle opposizioni. 

Da qui la preoccupazione di Fratelli d’Italia e della ministra Maria Elisabetta Casellati. Le opposizioni hanno messo in campo tutti gli strumenti ostruzionistici consentiti dai regolamenti parlamentari – compresa una teatrale protesta in aula – che, se attuati, bloccherebbero per mesi l’aula di palazzo Madama. L’esame degli emendamenti è iniziato con la loro illustrazione da parte dei proponenti, e le opposizioni, specie il Pd, hanno sfruttato la possibilità che ha ciascun proponente di illustrare i propri testi. Ognuno dei senatori delle opposizioni ne aveva firmati alcuni. In più si sono aggiunti interventi sull’ordine dei lavori. 

Alla fine i primi voti sono arrivati solo dopo le 17. C’è stata anche una protesta in aula al momento del primo voto con tutti i parlamentari dei gruppi di opposizione che si sono alzati in piedi mostrando una copia della Costituzione italiana. La maggioranza era venuta a sapere di quel che avrebbero fatto e così che anche i senatori del centrodestra hanno sventolato copie della Costituzione, portate da una commessa in una busta e consegnate al capogruppo di FdI Lucio Malan. 

Il presidente Ignazio La Russa ha applicato due volte la regola cosiddetta del “canguro” – che consente con un solo voto di cassare diversi emendamenti analoghi – ed ha anche annunciato che si riserva di dichiarare inammissibili per estraneità di materia alcuni degli altri emendamenti. Ma al termine della seduta le proposte emendative votate o saltate sono state pochissime. Di qui la preoccupazione, specie in FdI: “Anche se applichiamo tutti i canguri possibili, rimarrebbero 1.500 emendamenti”, ha confidato ai cronisti il relatore Alberto Balboni. Di qui l’ipotesi di un contingentamento dei tempi. 

Una richiesta giunta a La Russa e che è stata in qualche modo ventilata in aula: “Finora non ho avanzato ipotesi di restringimento di tempo, vi prego però di aiutarmi”, ha detto rivolto alle opposizioni. In attesa delle decisioni, il Senato riprenderà tra poco l’esame del testo la cui discussione torneremo a dare in diretta streaming. Per quanto riguarda il merito, si è discusso anche sulla legge elettorale che dovrà rendere attuabile la riforma, nella parte riguardante il premio di maggioranza. Come hanno osservato Stefano Ceccanti e Peppino Calderisi nelle loro repliche martedì al termine della discussione generale, la ministra Casellati e il relatore Balboni “si sono contraddetti”. Il secondo ha infatti affermato che il premio non viene attribuito se nessuna coalizione supera il 40%, mentre la ministra è sembrata alludere a un ballottaggio per attribuire il premio se nessuno supera la soglia. La Lega ha confermato di prediligere un sistema senza ballottaggio e Balboni ha sostenuto che il problema non si porrà perché il premierato elettivo favorirà la formazione di due grandi coalizioni che supereranno comunque il 40%. Una dichiarazione che non piace alla Lega poiché un conto sono le ipotesi un conto quel che potrebbe accadere con il voto.

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