Mentre nella Strisce di Gaza la distribuzione degli aiuti ai profughi palestinesi rimane nel caos, con gli Usa pronti ad allestire centri di assistenza sotto il proprio controllo, dal primo ministro palestinese arriva una dura presa di posizione contro Hamas. L’organizzazione terroristica islamica in guerra con Israele deve “deporre le armi”, “rilasciare gli ostaggi” e rinunciare al controllo di Gaza”, ha detto il premier Mohammad Mustafa intervenendo alla conferenza dell’Onu sulla soluzione a due Stati. Come riferisce il Times of Israel, Mustafa ha sottolineato che “tutti i paesi hanno la responsabilità di agire ora per porre fine alla guerra contro il nostro popolo a Gaza e in tutta la Palestina, per garantire il rilascio degli ostaggi e i prigionieri e per assicurare il ritiro delle forze di occupazione israeliane”, aggiungendo che l’Anp è pronta a coordinarsi con una forza araba per contribuire a stabilizzare Gaza dopo la guerra.
Wafa, 14 morti per raid israeliani. Hamas: quasi 60mila vittime da inizio guerra
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che questa mattina 14 persone sono state uccise e più di 11 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia. Fonti mediche hanno riferito che due palestinesi sono rimasti uccisi e altri feriti in un bombardamento a ovest di Gaza City. Altre otto persone hanno perso la vita e 11 sono rimaste ferite in un attacco nella zona di New Camp, a nord del campo di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Infine, quattro membri della stessa famiglia sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nel bombardamento di una tenda che ospitava sfollati nella zona di Mina a Khan Yunis, a sud della Striscia. Secondo una stima del ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas dall’inizio della guerra con Israele il 7 ottobre 2023 sono stati uccisi nella Striscia 59.921 palestinesi e altri 145.233 sono rimasti feriti. I dati, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, sono aggiornati a ieri.
Media: Israele valuta occupazione totale di Gaza o assedio mirato
In queste ore, secondo quanto riporta la tv israeliana Channel 12, ripresa dal Times of Israel, il governo israeliano sta intanto valutando l’occupazione militare totale della Striscia di Gaza o un assedio più stretto su alcuni centri urbani all’interno del territorio. Secondo quanto riportato dalla rete televisiva, all’ordine del giorno della riunione ristretta del gabinetto per la sicurezza, nella quale il premier Netanyahu ha riunito alcuni ministri, ci sono la possibilità di conquistare la Striscia o di imporre un assedio alle città in cui è attiva Hamas. Un assedio significherebbe bloccare l’arrivo degli aiuti, poco dopo che Israele ha annunciato che avrebbe aumentato drasticamente l’accesso agli aiuti nella Striscia. Secondo quanto riferito, le autorità stanno anche valutando l’ipotesi di interrompere l’elettricità nella Striscia. Se attuato, il piano significherebbe che le truppe dell’Idf opererebbero in aree in cui si ritiene siano tenuti ostaggi, una mossa finora ampiamente evitata da Israele.
Trump e Ue pronti ad allestire centri di assistenza
Sullo sfondo, non migliora la drammatica situazione dei profughi palestinesi, stremati da mesi di carestia e scarsi aiuti alimentari. Il quadro è tale che il presidente Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti si impegneranno in una nuova iniziativa per fornire aiuti alimentari al fine di alleviare la fame a Gaza, insieme ad altri governi e organizzazioni, tra cui il Regno Unito e l’Unione Europea.
Trump ha presentato la sua proposta durante un incontro lunedì 28 luglio con il primo ministro britannico Keir Starmer presso il suo golf club a Turnberry, in Scozia, mentre cresce la pressione internazionale sui governi occidentali affinché spingano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a intensificare gli sforzi per affrontare la crisi. Il presidente degli Stati Uniti ha fornito pochi dettagli e Starmer ha detto poco sull’idea, ma entrambi hanno ribadito la necessità di alleviare le sofferenze nel territorio devastato dalla guerra.