Storie Web domenica, Giugno 23
Notiziario

Alla ricerca di un equilibrio sostenibile con il centro città, il porto di Ancona – che con le sue attività (e oltre 6.500 addetti) incide complessivamente per il 2,7% sul Pil delle Marche – guarda ora a un investimento privato per rivoluzionare un’area di circa 43 mila mq, ad oggi prevalentemente occupata dai capannoni (disallestiti) di quello che era il quartiere fieristico, destinandola alla nuova area per il traffico passeggeri e ad attività commerciali, spazi per i quali sono a bando fino a un massimo di 53 mila mc. distribuiti su tre edifici.

Un progetto innovativo a livello nazionale che mette insieme real estate e gestione dei traffici: il peso stimato dell’investimento è compreso tra 15 e 40 milioni di euro, a seconda di quanto e come il soggetto privato vorrà costruire. L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale ha emanato un “avviso di consultazione preliminare di mercato per l’affidamento delle attività di progettazione, costruzione e gestione del nuovo terminal passeggeri”: le risposte sono attese entro il 9 agosto e, successivamente, verranno fissate tutte le procedure per la realizzazione del progetto, che è ancora tutto da scrivere.

In questa fase, infatti, gli operatori interessati potranno proporre suggerimenti, soluzioni, riperimetrazioni delle attività previste, per consentire all’Adsp di emanare successivamente procedure di evidenza pubblica che possano trovare l’interesse del mercato. «Vogliamo valorizzare e creare nuove opportunità di sviluppo per quella che è una delle principali vocazioni del porto di Ancona, quella del traffico passeggeri sui traghetti (860 mila passeggeri traghetti e 88 mila crocieristi nel 2023) grazie alla posizione centrale dello scalo nel mare Adriatico e di collegamento verso l’Europa balcanica – dice Vincenzo Garofalo, presidente dell’Adsp -. Questo progetto si inserisce in un piano più ampio, che punta ad avere un porto contemporaneo negli standard di servizio, sostenibile e accogliente per la nostra clientela internazionale, funzionale alla crescita delle attività portuali e in sintonia con la città di cui è parte integrante».

Sul solo porto di Ancona è già previsto un piano di investimenti da 231,7 milioni, in larga parte garantiti dal Pnrr, di cui 7 milioni per l’infrastruttura di cold-ironing per l’elettrificazione di tutte le banchine traghetti, in un quadro di sostenibilità che già dal 2019 cerca di anticipare le normative europee in materia di limitazione del tenore di zolfo nei carburanti marittimi per le navi passeggeri; 16,5 per il dragaggio (“opera essenziale per l’accessibilità del porto”, sottolinea Garofalo): 1,6 milioni per continuare nel processo di digitalizzazione spinta sia interna, con l’ausilio di software che consentono la gestione integrata delle procedure amministrative, che esterna, potenziando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il controllo dei mezzi in ingresso e uscita dal porto; 1,4 milioni per il progetto di cybersecurity per proteggere le infrastrutture digitali dello scalo. Risorse che vanno a integrare 103,2 milioni destinati alla realizzazione di diverse opere infrastrutturali (73 solo per rinnovare banchine e piazzali) e il pacchetto da 102 milioni, pubblici e privati, per la costruzione del nuovo terminal crociere e il raddoppio della capacità produttiva di Fincantieri, le cui procedure autorizzative sono state avviate.

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