Storie Web venerdì, Ottobre 24
Notiziario

Passa la palla l’ufficio della Corte dei conti che sta esaminando il dossier Cipess per dare il via al Ponte sullo Stretto. L’Ufficio di controllo ha infatti emanato una “richiesta di deferimento all’organo collegiale”, visti i dubbi che permangono sull’intera documentazione trasmessa. L’udienza dovrebbe svolgersi la mattina del 29 ottobre. Nel documento di 23 pagine, firmato dal magistrato istruttore della Sezione di controllo di legittimità, si chiede che la delibera Cipess n. 41/2025, quella che approva il progetto definitivo del Ponte e assegna anche risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, sia sottoposta a un esame collegiale prima della registrazione.

I rilievi della Corte

Il deferimento muove da una serie di rilievi tecnici. Innanzitutto “tenuto conto della particolare rilevanza della infrastruttura di cui trattasi, delle rilevanti risorse che la stessa impegna e della specifica valenza autorizzatoria che il d.l. 35/2023 riconnette alla delibera all’esame fosse, nel caso di specie, esigibile un maggiore livello di esplicitazione delle valutazioni effettuate”, lamenta la Corte dei conti. E questo, aggiunge, “anche al fine di garantire effettività al principio di trasparenza dei processi decisionali e valutativi che caratterizza, in particolare, le grandi opere infrastrutturali e cui assolve, tra l’altro, la prescritta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”. Sul merito ce n’è per tutti i gusti.

Aspetti procedurali

Si parte dagli aspetti procedurali. E’ qui che si annidano le prime crepe nella procedura. La Corte rileva ancora un difetto nella trasmissione degli atti con l’assenza di alcuni documenti cruciali come la “Delibera del Consiglio di Amministrazione della SdM del 29 luglio 2011 (oggetto di richiesta integrativa, per le vie brevi, non soddisfatta)” e “gli Atti aggiuntivi (quelli in data 30 settembre 2010 e 27 maggio 2011) al contratto intercorso tra la Società Stretto di Messina S.p.a. e il Contraente generale (recanti, tra l’altro, le varianti intervenute)”.

Procedura Iropi

Un altro capitolo riguarda la procedura Iropi, con cui il governo ha assoggettato il Ponte ai motivi imperativi di interesse pubblico, escludendola dal controllo preventivo della Corte. L’Ufficio chiede però di verificare la conformità alle direttive Habitat e Vinca e l’effettiva interlocuzione con la Commissione europea, avviata a giugno 2025 ma non documentata in modo completo negli atti trasmessi. Per i magistrati contabili, la questione resta aperta e dovrà essere chiarita in sede collegiale.Restano in dubbio anche altre esclusioni dai pareri sull’opera: secondo il giudice amministrativo nelle procedure avrebbero dovuto essere coinvolti sia l’autorità di regolazione dei trasporti (Art) che il Nars (Nucleo di consulenza per l’Attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi di pubblica utilità).

Progetto definitivo

Il fascicolo affronta anche la questione del, il piano economico-finanziario. La Corte chiede chiarimenti sulle asseverazioni della società di revisione Kpmg, sui conti dei costi ambientali e sulla voce di 189 milioni relativi a spese sostenute prima del decreto 35/2023. Richiama inoltre la necessità di assicurare la continuità dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria per tutti gli affidatari e la trasparenza nella determinazione dei costi dei materiali da costruzione. Sul disallineamento tra il valore di progetto e quello del Pef, i chiarimenti ministeriali “appaiono non ancora pienamente coerenti”. In controluce, le osservazioni ridisegnano la mappa dei rischi della delibera Cipess: pareri mancanti, iter ambientale da integrare, coperture da validare, istruttoria documentale da rafforzare. Per questo il magistrato istruttore propone il deferimento alla Sezione centrale di controllo di legittimità, che dovrà decidere se registrare o restituire l’atto al governo. Un rinvio tecnico ma dal peso politico evidente: fino alla decisione del Collegio, la delibera resta sospesa e con essa l’intero cronoprogramma del Ponte.

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