Storie Web sabato, Maggio 31
Notiziario

Mentre il ministro Salvini è atteso giovedì 29 in visita alla prefettura di Messina, per poi approdare il giorno successivo a quella di Reggio Calabria infuria la polemica sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Questa volta a tuonare contro la realizzazione dell’opera è la Cgil nazionale che ha preso carta e penna e ha scritto niente meno che alla Commissione Ue nel tentativo – per molti considerato in extremis – di spegnere i motori della macchina autorizzativa che ormai viaggia a tutto gas verso la posa della prima pietra dell’opera, secondo i piani del ministro e vicepremier attesi per giugno.

La lettera della Cgil

A firmare la lettera è il segretario confederale Pino Gesmundo che si rivolge così a Jessika Roswall, titolare della dg Ambiente: “Gentile Commissaria la Cgil desidera sottoporre alla sua attenzione le gravi criticità tecniche, ambientali, normative e sociali connesse all’iter di approvazione del progetto relativo al ‘Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ (Ponte sullo Stretto di Messina), recentemente trasmesso alla Commissione mediante la relazione Iropi approvata dal Consiglio dei Ministri. Relazione che non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario e, pertanto, a nostro avviso, non può costituire base giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera”. Il sindacalista fa anche riferimento allo stop impresso qualche giorno fa dalla Presidenza della Repubblica che ha sollevato rilievi sulla procedura speciale per i controlli antimafia. Una frizione istituzionale che non è passata sotto silenzio nell’intero esecutivo e che ha fatto aggiustare poi il tiro con le rassicurazioni del Mit di voler raccogliere “i preziosi suggerimenti del Quirinale”. Per la Cgil “la via scelta dal Governo delle deroghe alle regole nazionali ed europee in nome di un ‘imperativo interesse pubblico’ è completamente sbagliata per un intervento infrastrutturale di questa rilevanza” e “solo pochi giorni fa è dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per respingere un provvedimento di deroga alle norme sui controlli antimafia per il Ponte di Messina, chiarendo che per esso valgono le regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.

L’antimafia tour

Per il ministro Salvini però le cose stanno in modo diverso e più volte nei giorni scorsi sono arrivate precisazioni di segno contrario: l’intento – ha sottolineato il Mit a più riprese – non è quello di indebolire i controlli, ma anzi rafforzarli. “La complessità dell’opera rende necessario un monitoraggio continuo e dedicato che solo una struttura già operativa con alte professionalità antimafia può offrire”, spiegava una nota del Mit di qualche giorno fa. Di qui anche la decisione di affrontare un antimafia tour nelle prefetture di Messina e Reggio Calabria che in molti hanno letto come un gesto di fiducia nei confronti delle strutture che effettuano i controlli ordinari sulle opere ma anche una sottolineatura della volontà politica di non fare sconti sulla vigilanza. Il disegno viene completato poi dall’incontro del 27 maggio con il presidente di Anac Giuseppe Busia durante il quale, spiega il Mit “è emersa piena collaborazione, con la volontà di coinvolgere Anac in ogni passaggio, per garantire massima trasparenza delle procedure e dei cantieri, anche attraverso la loro piena digitalizzazione, la verifica su tutte le imprese coinvolte anche nei subappalti e la sicurezza dei lavoratori, unitamente al rafforzamento dei controlli in vista degli espropri”.

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