Storie Web lunedì, Marzo 31
Notiziario

Nel programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), chiamato a riqualificare le politiche attive del lavoro con 5,45 miliardi, gli 1,87 milioni di beneficiari rappresentano solo il 62,4% del target, i percorsi formativi sono al 48,8% e sette Regioni non hanno raggiunto gli obiettivi. Nei Pinqua, i Piani per la qualità dell’abitare che valgono 2,8 miliardi, «si sta valutando l’ipotesi di escludere alcuni progetti» per «minimizzare il rischio di mancato raggiungimento dell’obiettivo». Nell’investimento per lo sviluppo delle colonnine di ricarica elettrica (741,3 milioni) «il quadro che emerge a causa delle chiare difficoltà di mercato non è sufficiente a garantire il raggiungimento degli obiettivi».

Il capitolo ferrovie

Nel filone dell’idrogeno per il trasporto stradale (230 milioni) «sono state presentate rinunce al finanziamento per 18 progetti» su 40, per cui si «sta valutando una rimodulazione del target» per ridurre l’obiettivo a 30 stazioni di rifornimento. Nell’Alta Velocità per il Sud (3,85 miliardi) «eventi imprevisti di natura geologica e criticità esogene rischiano di prolungare i tempi di realizzazione delle opere». Ma anche nella Tav del Nord (8,73 miliardi) la Circonvallazione di Trento «non risulta più perseguibile nelle tempistiche del Pnrr, mentre sono già da tempo noti gli affanni del Terzo valico dei Giovi. Per le ferrovie regionali (962 milioni) si «sta valutando una possibile rimodulazione dell’obiettivo» per le «criticità sulle forniture delle 70 carrozze Intercity evidenziate dall’appaltatore». Per la meccanizzazione del settore agroalimentare (500 milioni) il ministero ha già avanzato una proposta di rimodulazione.

La sesta relazione semestrale del Governo

Zoppica, il Pnrr, alla vigilia del suo quarto compleanno. E la nuova revisione annunciata nei mesi scorsi dal ministro Tommaso Foti prende forma nelle molte tessere di un mosaico che vanno cercate nelle 553 pagine della seconda sezione della sesta relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano discussa ieri in cabina di regia a Palazzo Chigi. Difficoltà tecniche, progettuali e attuative, intrecciate con gli imprevisti inevitabili in uno scenario così complesso, che spiegano l’ampliarsi della forbice tra le due facce del Piano.

Le due facce del Piano

C’è quella ufficiale fatta di target e milestone su cui il Governo con la premier Giorgia Meloni e lo stesso Foti continua a rivendicare «il primato europeo dell’Italia nella realizzazione», con 122 miliardi ricevuti in sei rate (il 63% della dotazione complessiva di 194,4 miliardi), 337 traguardi già dichiarati raggiunti su 621 totali e progetti attivati che cumulano il 92% delle risorse disponibili (179,5 miliardi). E poi c’è quella sostanziale dell’avanzamento finanziario. Che a fine 2024 indica pagamenti effettivi per 63,9 miliardi di euro, cioè solo 18,3 miliardi sopra i livelli di dodici mesi prima. Calcolatrice alla mano, restano da riconoscere in due anni 130,5 miliardi, con un’accelerazione difficile da immaginare. Le cifre alimentano l’ipotesi di una rinuncia a qualche finanziamento nella prossima revisione del Piano. «Verranno salvaguardate – ha garantito Foti – tutte le risorse richieste per la crescita economica e sociale dell’Italia».

La missione Salute è quella più in difficoltà sulla spesa

Mettendo da parte il RepowerEu, fermo all’1,1% di realizzazione finanziaria perché nato per ultimo con la maxi riscrittura di fine 2023 e schiacciato dal flop di Transizione 5.0, la missione più in difficoltà è la 5, dedicata a Inclusione e coesione, con 2,68 miliardi spesi su 16,9 (15,9%), ma il fiato è corto anche per la Salute (2,8 miliardi su 15,6, il 18%). Mentre nelle altre articolazioni oscilla tra il 31,8% dell’Istruzione e il 47,8% della Digitalizzazione. Guardando ai ministeri, oltre al ritardo della Sanità, si segnala il 30% di stato di avanzamento della spesa per le Infrastrutture e il 33% di Università e Istruzione. Vicino al 50%, di contro, il Mimit, complici i meccanismi automatici di Transizione 4.0. Lo stesso traino, con i bonus edilizi, pesa nel 47% raggiunto dal dicastero dell’Ambiente.

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