Storie Web mercoledì, Aprile 16
Notiziario

Non sono molti i marchi made in Italy che possono vantare di essere più antichi dell’Italia stessa. Fra loro c’è Pineider 1774, che nel nome racconta già la sua storia: in quell’anno, infatti, Francesco Pineider, lasciata la natia Val Gardena, apriva a Firenze la sua bottega di carte, apprezzate e ricercate per qualità e finezza dagli intellettuali che affollavano la città, sedendo nei suoi salotti letterari o passandovi come meta del Grand Tour, con il desiderio di annotare e comunicare in patria le meraviglie dell’Italia. L’archivio che custodiva la lunga e ricca storia di Pineider, tuttavia, è stato in gran parte spazzato via dall’alluvione che devastò la città nel 1966.

Scrivere a mano aiuta il cervello

Dopo anni di incertezze, nel 2017 il marchio, ancora basato a Firenze, è stato rilevato dalla famiglia Rovagnati, che sta investendo nel suo consolidamento e rilancio, affidandoli al direttore generale Nicola Andreatta, entrato in azienda circa un anno fa dopo una lunga esperienza all’estero e aver guidato come ceo il marchio di orologi Roger Dubuis.

«Pineider è la Apple del XVIII secolo, il marchio simbolo di un mondo in cui si comunicava solo scrivendo – nota -. E dopo aver iniziato con la carta, seguendo l’evoluzione delle tecniche di stampa e di incisione, ha offerto gli strumenti di scrittura, come le penne stilografiche che sembra siamo stati i primi a introdurre in Italia con un brevetto di Waterman, fino alle creazioni in pelle per custodire i propri scritti, realizzati da artigiani nel cuore del distretto della pelle toscano. Pelle con cui oggi facciamo anche porta pc e custodie per i tablet».

Il negozio di Firenze

Un ampliamento reso necessario da un mondo sempre più digitale, ma restando solidi portavoce di una slow life che esalta il lusso dello scrivere a mano: «Stiamo puntando sulla personalizzazione, su prodotti sempre più genderless, e anche su un rapporto molto stretto con la nostra clientela, attraverso i nostri negozi diretti (di Milano, Roma, Firenze e New York, ndr) dove organizziamo eventi speciali, corsi di calligrafia e di scrittura creativa, serate in collaborazione con altre eccellenze italiane: insieme alle cantine Antinori, per esempio, abbiamo raccontato come un tempo l’inchiostro si facesse con i tannini del vino. Siamo molto contenti, c’è sempre molta partecipazione».

Se per alcuni prodotti Pineider si affida alla sua rete di piccoli artigiani d’eccellenza, la produzione di carte e penne avviene nella manifattura di Firenze, e per tutelare questi antichi mestieri Pineider coinvolge anche giovani delle accademie e degli Its: «Puntiamo alla crescita, ma sana e consapevole – dice Andreatta -. Vorremmo espandere la rete di negozi, soprattutto all’estero, anche se l’Italia è il nostro primo mercato, perché il contatto con i clienti, ribadisco, è fondamentale. Stiamo pensando di lanciare una linea di strumenti per calligrafi e per chi usa la scrittura in moda professionale, che sul mercato ancora manca soprattutto con la qualità che vorremmo proporre noi. Abbiamo soddisfazioni anche dal nostro e-commerce, che ci porta una clientela più giovane ma sempre innamorata della scrittura, anche come reazione a questo tempo sempre più veloce. Oggi è il tempo il lusso più grande, e si vuole impiegare per dedicarsi a se stessi e a ciò che si ama».

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