Confindustria ha presentato un piano di politica economica per rilanciare lo sviluppo del paese e superare da una parte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e dall’altra la «trappola della mobilità» che impedisce di abbattere la disoccupazione strutturale che soffoca la nostra economia. Un Piano che ha come obiettivo quello di coinvolgere soggetti pubblici e privati per mettere in campo gli strumenti necessari ad attivare capitali, rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica e amministrativa per la costruzione e riqualificazione di nuovi edifici e introdurre specifiche misure fiscali.
Tavolo di confronto allargato
Per realizzarlo Confindustria sollecita un tavolo di confronto allargato, che veda insieme le imprese, il governo, l’Anci, la Conferenza delle Regioni, l’Agenzia del Demanio, oltre a Cdp, Invimit, e le società partecipate pubbliche proprietarie di immobili e aree utilizzabili. Il presupposto da cui si parte è il forte disallineamento, in numerose aree del territorio, tra i costi di affitto o di acquisto delle abitazioni e il livello di produttività del lavoro e dunque di salari medi. Un freno alla mobilità territoriale che, invece, è un processo fondamentale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Orsini: piano per garantire la mobilità territoriale e l’inclusione lavorativa
«Le nostre imprese registrano ormai da tempo un record nella carenza di personale, sono difficili da reperire quasi il 50% dei profili ricercati – sottolinea il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Abbiamo un enorme problema di lavoratori che non riusciamo ad assumere perché mancano abitazioni a canoni compatibili con gli stipendi. È prioritario, quindi, creare le condizioni affinché le classi più fragili della nostra società possano avere accesso ad abitazioni di qualità a un prezzo sostenibile. Non si tratta solo di una misura sociale è anche e soprattutto un grande Piano di politica economica per accelerare lo sviluppo del paese. Di qui nasce il nostro progetto. È un piano essenziale per garantire la mobilità territoriale e l’inclusione lavorativa».
«Fare squadra»
«Adesso serve fare squadra. Per questo, Confindustria ha indicato la necessità di prevedere – già nella manovra di Bilancio in discussione – misure di garanzia, sia per l’accesso al credito, anche attraverso Sace, sia per favorire l’investimento dei risparmiatori in iniziative finalizzate a offrire alloggi ai lavoratori a un canone sostenibile» ribadisce il vice presidente Confindustria per il Credito la Finanza e il Fisco Angelo Camilli, che aggiunge: «La nostra attenzione è puntata anche sul ‘Piano Europeo per gli alloggi a prezzi sostenibili’, annunciato dalla Commissione europea, che grazie alla creazione di una piattaforma di finanziamento presso la BEI e al raddoppio dei fondi di coesione destinati all’edilizia abitativa, è determinante per imprimere una forte accelerazione al Piano di Confindustria. Altrettanto importanti saranno misure fiscali che puntino a favorire l’investimento nelle iniziative del Piano e la loro realizzazione».
«Semplificazioni urbanistiche essenziali»
«Il Piano di Confindustria è di straordinaria importanza per la competitività del sistema produttivo italiano. Perché funzioni – sottolinea Gabriele Buia, delegato di Confindustria per il Piano Casa – sono essenziali semplificazioni urbanistiche che consentano di realizzare velocemente iniziative a beneficio dei lavoratori e delle loro famiglie. Una modalità efficace per attuarlo in tutti i territori nazionali, favorendo la realizzazione di iniziative anche di dimensione medio-piccole, è quello di realizzare operazioni di cartolarizzazione immobiliare, anche promosse da imprese industriali, di costruzione e SGR, che intendono così soddisfare le esigenze abitative dei loro lavoratori e delle loro famiglie – e che coinvolgano, oltre a investitori istituzionali, anche i risparmiatori. Questo sarebbe possibile grazie alla garanzia statale proposta da Confindustria, che servirebbe esclusivamente per operazioni di housing sociale e studentati».