Ape in vendita in India e Africa
Per i nostalgici dell’Ape ci sono ancora le scorte di magazzino create da Piaggio in vista della dismissione dello storico “triciclo”. Quest’ultimo proseguirà la sua carriera in aree del mondo dove le norme sulla circolazione sono meno stringenti che in Europa. In India, poi, la versione elettrica del “3 ruote” può essere facilmente utilizzata grazie anche a una rete di distributori presso cui è possibile sostituire la batteria scarica, estraendola dal proprio veicolo, con una appena ricaricata.
Sindacati: l’azienda ha garantito non ci saranno ripercussioni sull’occupazione
Lo stop alla produzione dell’Ape nello stabilimento Piaggio di Pontedera «era una cosa prevedibile». Lo dichiara il segretario Fiom Pisa Angelo Capone. «Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio è una scelta in qualche modo obbligata. L’Ape è un euro 4 a due tempi, immaginare un due tempi euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione ma a quel punto non sarebbe più un’Ape».
Nonostante ciò non dovrebbero esserci conseguenze per quanto riguarda l’occupazione: «Ad oggi non abbiamo preoccupazioni, l’azienda ha detto che non ci saranno ripercussioni sui lavoratori. Spiace per quello che l’Ape rappresenta, è già accaduto in passato con il ’Calessino’ ma con le attuali normative era prevedibile».
«Il fermo della produzione dell’Ape» nello stabilimento di Pontedera (Pisa) è «qualcosa che colpisce dal punto di vista sentimentale. È un automezzo storico che ha fatto sì che la Piaggio avesse l’impronta che oggi ha e che fosse visibile e riconoscibile in tutto il mondo», afferma Flavia Capilli, neosegretaria regionale della Fim Cisl. «Quando ci hanno comunicato la notizia – prosegue – c’è stata preoccupazione sul momento, però abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che ci sono altri modelli da sviluppare su cui investire, le linee saranno riorganizzate, anche se spiace per questo ’pensionamento’». Tuttavia per la Fim Cisl rimane «una cauta preoccupazione, che c’è sempre quando ci sono di mezzo gli ammortizzatori sociali. Tre settimane di cassa integrazione per 1.100 operai hanno comunque un impatto forte. Però – conclude – il vero tema è sapere quanto prima su quali prodotti saranno fatti gli investimenti, come avverrà la riorganizzazione. Ancora non lo sappiamo».
«Con le attuali normative non ci sono più margini per produrre in Italia. Il nostro dispiacere è per un pezzo di storia di Pontedera che se ne va, con l’Ape che sarà ancora realizzata in altri stabilimenti di altri Paesi. Forse certe leggi sono state introdotte un po’ frettolosamente, sembra che solo l’Europa si preoccupi dell’inquinamento, mentre al resto del mondo non frega nulla». Così Samuele Nacci, segretario provinciale Uilm Pisa commenta lo stop alla produzione della storica tre ruote nello stabilimento di Pontedera. Per il resto «qua la produzione dell’Ape riguarda neanche il 10% del personale e non dovrebbero esserci ricadute occupazionali, si tratta di lavoratori facilmente ricollocabili. Anche perché nonostante la classica Cig di dicembre, questa non è un’azienda in crisi e ci troveremo già il 9 dicembre a un tavolo per discutere dell’integrativo di secondo livello».