Le compagnie di assicurazione sono per antonomasia titoli solidi e che ripagano l’investitore molto spesso con generosi dividendi. Basti a ricordare il caso di Allianz, un’azione dal rendimento stabile, visto che la società paga un dividendo ai suoi azionisti da oltre 25 anni: dal 2000 gli azionisti hanno ricevuto un dividendo senza interruzioni. Ma anche altri colossi del mondo assicurativo europeo non sono stati da meno nel corso degli anni.
Settore difensivo
«In linea generale, il settore assicurativo è piuttosto difensivo e poco esposto alle turbolenze legate ai dazi, motivo per cui ha recentemente sovraperformato – spiega Jerôme Legras, managing partner e a capo della ricerca di Axiom Alternative Investments, società di gestione francese indipendente. – Tuttavia, visto nel contesto più ampio del protezionismo statunitense, esiste un rischio poco considerato: gli Stati Uniti potrebbero reagire alla digital tax europea con una tassa specifica sulle filiali statunitensi delle aziende europee (le cosiddette tasse della Sezione 899). Questo potrebbe avere un impatto su alcune grandi compagnie assicurative europee».
La volatilità dei mercati potrebbe rappresentare un problema per le compagnie di assicurazione vita più deboli con una forte esposizione ad asset rischiosi. Come suggerisce l’esperto, questo timore è però limitato poiché gli adeguamenti normativi offrono una protezione significativa dalla volatilità transitoria. «Nel complesso, riteniamo che il settore sia valutato in modo equo e guardiamo con maggiore attenzione alle situazioni idiosincratiche».
Buoni dividendi
Molte compagnie assicurative hanno annunciato dividendi per il 2026 superiori a quelli del 2025. Oltre alla già citata Allianz c’è la svizzera Zurich che se nel 2024 aveva pagato un dividendo di 26 franchi nel 2025 ne ha annunciato uno di 28 franchi. Indubbiamente, segnale di buona salute.«Sì, dividendi più elevati sono generalmente un indice di buona salute e solidità finanziaria – precisa ancora Legras. -Tuttavia, le compagnie assicurative sono soggette a una regolamentazione rigorosa e i dividendi possono essere influenzati anche dai flussi di cassa provenienti dalle controllate e da complessi meccanismi contabili, che a volte possono risultare scollegati dall’andamento reale del business. Per questo motivo, i dividendi non devono essere considerati l’unico indicatore rilevante»
Vita o danni
C’è chi si occupa solo del ramo Vita, chi solo del danni e chi (più di frequente) di entrambi. Senza considerare l’avanzata del bancassicurazione che sembra primeggiare su molti. C’è da chiedersi quali business siano più solidi in questa fase. «I gruppi assicurativi multiline a grande capitalizzazione sono scambiati ai massimi livelli storici in termini di P/E, con rendimenti complessivi (somma di dividendi, buyback e crescita del valore contabile) inferiori al 10%. – dettaglia ancora Legras. – Riteniamo che ci sia maggiore potenziale in titoli mid-cap con valutazioni più contenute, con storie di rilancio e una sensibilità limitata al rischio di recessione». Tra i titoli indicati c’è Scor quinta società di riassicurazione al mondo che presenta un bilancio molto solido, con riserve rafforzate e una ridotta esposizione ai movimenti dei mercati azionari e dei tassi di interesse. Il mix di utili è più resiliente rispetto ad altri in caso di un possibile rallentamento dei prezzi nel ramo danni (P&C) dopo un mercato difficile durato diversi anni e una crescita in business diversificanti e ad altro rendimento come le soluzioni strutturate, con un multiplo molto contenuto.