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Notiziario

Alla fine del match del Bentegodi il portiere ha discusso con il direttore di gara: Si lamentava per le espressioni gravemente offensive ricevute nel corso del match.

“Stop al razzismo”, è la reazione del Milan alla denuncia di Mike Maignan per i cori razzisti ricevuti a Verona durante l’anticipo di campionato. Al triplice fischio del match vinto dai rossoneri al Bentegodi il portiere s’è avvicinato all’arbitro e ha discusso vivacemente.

Perché protestava? Si lamentava per le espressioni gravemente offensive ricevute nel corso dell’incontro: nel secondo tempo, quando al cambio di campo ha occupato la porta dinanzi al settore di curva dell’Hellas e, più ancora, quando mancava poco al termine dell’incontro. In base alla versione raccontata su quei momenti concitati, non erano solo mugugni o fischi quelli manifestati del pubblico scaligero per le perdite di tempo dei rossoneri. Sibili sonori ci sono stati anche quando lo spekaer ha letto, come da prassi, il messaggio con il quale si invitano gli spettatori a non abbandonarsi a comportamenti di quel tipo.

Cosa ha detto il portiere al direttore di gara a fine incontro

Maignan avrebbe udito anche dei ‘buuu’ rivolti a lui e per questo ne avrebbe chiesto conto al direttore di gara. Una situazione spiacevole che s’è ripetuta già in altre occasioni tanto nei suoi confronti quanto di altri calciatori divenuti oggetto del dileggio più becero per il colore della pelle. Secondo la ricostruzione proposta dalla Gazzetta dello Sport, il portiere del Milan avrebbe chiesto all’arbitro perché non è intervenuto subito e ha interrotto l’incontro come previsto dal regolamento. Un gesto forte e chiaro anche solo per far sì che dagli altoparlanti fosse diffuso l’annuncio che, considerata la piega presa dal contesto, la partita sarebbe stata a rischio sospensione.

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Perché l’arbitro non ha interrotto l’incontro

Perché Marinelli non lo ha fatto? Con ogni probabilità perché quel brusio inaccettabile e perseguibile a norma non s’è percepito chiaramente o, comunque, non s’è trattato di cori organizzati e urlati distintamente, tali da giustificare un intervento deciso da parte del direttore di gara. Possibile che insulti di stampo razzista ce ne siano stati ma si sarebbe trattato di casi isolati rispetto al clamore di una tifoseria intera.

A regolamentare situazioni del genere è l’articolo 62 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC) che al comma 8 recita: “Nel corso della gara, ove intervengano per la prima volta i fatti di cui al comma 6 (si rilevi uno o più striscioni esposti dai tifosi, cori, grida ed ogni altra manifestazione discriminatoria, ndr), l’arbitro, anche su segnalazione del responsabile dell’ordine pubblico dello stadio, designato dal Ministero dell’Interno o dei Collaboratori della Procura federale ed, in assenza di quest’ultimi, del Delegato di Lega, dispone la interruzione temporanea della gara”.

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Il comma 9 indica cosa accade in quei momenti: “l’arbitro comunica l’interruzione temporanea della gara ai calciatori, i quali dovranno rimanere al centro del campo insieme agli ufficiali di gara. Il pubblico dovrà contemporaneamente essere informato con l’impianto di amplificazione sonora od altro mezzo adeguato, sui motivi che hanno determinato il provvedimento e verrà immediatamente invitato a rimuovere lo striscione e/o a interrompere cori, grida ed ogni altra manifestazione discriminatoria”.

Il precedente di Maignan a Udine: lo chiamarono scimmia

C’è un precedente che fa riferimento a Maignan e risale allo scorso campionato. A Udine fu vittima di un episodio di razzismo: allora abbandonò il terreno di gioco e la gara fu sospesa per qualche minuto dall’arbitro Maresca. Al direttore di gara disse che gli avevano urlato “scimmia… negro” ripetutamente e per questo si era rivolto alla panchina per dire che non era possibile giocare ancora in quelle condizioni. “Non è la prima volta che succede, né a me né ad altri giocatori”, il copione s’è ripetuto anche a Verona.

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