
Secondo anno consecutivo in calo per il settore dei beni strumentali, che in termini di fatturato globale cede oltre un miliardo, il 2,1% in meno rispetto ai livelli (già in frenata) del 2024. Quadro non brillante quello esposto dall’ufficio studi di Federmacchine, area vasta che comprende 12 diverse categorie di impiantistica, perimetro da 52 miliardi di produzione, 5mila aziende, oltre 200mila addetti. A frenare la produzione nel 2025 è stato in particolare l’export, storica area di forza del macro-settore, frenato dall’incertezza di fondo che ha colpito i beni di investimento in più mercati. La discesa globale delle vendite estere è stimata nell’ordine del 5,4%, una riduzione di due miliardi in valore assoluto. Esito inevitabile guardando ai primi tre mercati di sbocco, Stati Uniti, Germania e Francia, che seppure con intensità diversa, alla luce dei dati Istat dei primi nove mesi dell’anno, sono tutti in frenata. Così come in calo consistente è la Cina, con acquisti in calo di quasi 21 punti percentuali. «Dopo gli anni di grande espansione – spiega il presidente di Federmacchine Bruno Bettelli – l’industria italiana costruttrice di beni strumentali si è trovata ultimamente a fare i conti con una condizione di instabilità geopolitica profonda e generalizzata. Di ciò ne ha risentito il nostro export e, di conseguenza, il fatturato di comparto. Crisi della Germania, dazi di Trump, conflitti in Ucraina e in Medioriente, chiusura del mercato cinese e rafforzamento della capacità manifatturiera del Paese del Dragone sono gli elementi che rendono davvero complicata la nostra attività oltreconfine. Ecco perché diventa ancora più importante avere un accordo di libero scambio con l’area del Mercosur, area da 270 milioni di consumatori con una domanda crescente per i beni strumentali».
Se l’export cede terreno, a rendere meno amaro l’anno dei produttori nazionali è il mercato interno. Anche se con intensità diversa rispetto a quanto accaduto per le macchine utensili, anche per l’area allargata di Federmacchine le consegne interne crescono (+5,3%), così come in crescita è la domanda totale (tenendo conto anche delle importazioni), che sale a 27,3 miliardi (+4,8%), progresso che tuttavia lascia il mercato ancora distante 4,4 miliardi dai picchi del 2022. Domanda interna che ora affronta una fase delicata, nel passaggio dalla fine dei bonus 5.0 alla nuova incentivazione, che tuttavia necessiterà di un altro decreto attuativo. «L’auspicio – ha concluso Bettelli – è che i provvedimenti per la competitività previsti dalla Legge di Bilancio 2026 possano effettivamente sostenere la domanda italiana che, come dimostrano i nostri dati, è tornata a crescere. Ciò che è importante è che le misure siano chiare, di semplice utilizzo e possano essere fruibili già dalle prime settimane dell’anno nuovo, evitando i continui posticipi che abbiamo purtroppo conosciuto con Transizione 5.0 e che hanno congelato la domanda per troppi mesi. Pluriennalità della misura e esclusività di applicazione al Made in Eu e ai beni con componenti extra Ue a patto siano assemblati in Europa, se confermate, sono, a nostro avviso, ottime scelte, capaci di rispondere, da una parte, all’esigenza delle imprese di pianificare al meglio le proprie attività e, dall’altra, alla necessità di rafforzare il mercato europeo, il nostro vero mercato interno».
Anche sulla domanda italiana, tuttavia, in termini previsivi resta una cautela di fondo. Federmacchine stima in effetti per il 2026 un fatturato di comparto stazionario, a quota 51,85 miliardi, crescita zero rispetto al 2025. Combinato disposto di un export in lieve arretramento (34, 55 miliardi, -0,6%). e di consegne dei costruttori in Italia che registreranno solo una debole crescita dell’1,3%, a 17,3 miliardi, così come quasi fermo sarà il consumo domestico totale, in progresso di poco più di un punto a 27,6 miliardi di euro.
I dati sono stati presentati nell’ultimo Consiglio Generale di Federmacchine, che ha deliberato la nomina a Segretario Generale di Gian Paolo Crasta (Direttore Generale di Acimac e Ucima). Crasta riceve il testimone da Alfredo Mariotti, che ha guidato la federazione per oltre 30 anni.









