Rallenta ancora la corsa al pensionamento. Con un’ulteriore frenata dei trattamenti anticipati, favorita dalla stretta fatta scattare negli ultimi due anni sui requisiti di accesso, compreso l’aggancio vincolante del metodo contributivo a Quota 103: secondo le prime stime tecniche dell’Inps la riduzione alla fine del 2025 dovrebbe essere di circa l’11%. Nel primo semestre del 2025 l’Istituto ha erogato 397.691 pensioni: 117.901 assegni di vecchiaia, 98.356 “anticipi”, 23.996 pensioni di invalidità e 106.693 pensioni ai superstiti. A fornire questi dati è l’ultimo monitoraggio sui flussi di pensionamento dell’Inps, dal quale emerge che nel 2024 il totale delle pensioni con decorrenza nel 2024 è stato di 889.642, di cui 224.392 anticipate, per un importo medio mensile di 1.223 euro mentre quelle con decorrenza nei primi sei mesi del 2025 sono state 397.691, per un importo medio di 1.215 euro. Gli importi dei trattamenti liquidati alle donne tra gennaio e giugno di quest’anno risultano del 30% più bassi di quelli degli uomini.
Nel 2024 erogate dall’Inps 889.642 pensioni
Lo scorso anno l’Istituto ha complessivamente liquidato 889.642 pensioni. Guardando alle singole categorie, sono state versate 271.527 assegni di vecchiaia, 224.392 trattamenti anticipati, 60.094 pensioni di invalidità e 236.107 pensioni ai superstiti.
Il calo delle anticipate
L’inasprimento dei requisiti per l’accesso ai canali di uscita anticipata, a cominciare da Quota 103, operato dal governo negli ultimi due anni, ha favorito una significativa riduzione degli “anticipi”. Che confrontando i 98.356 pensionamenti anticipati del primo semestre 2025 con quelli liquidati nello stesso periodo del 2024 (118.550) produrrebbe una riduzione del 17,3%. Ma secondo gli esperti dell’Inps questo metodo non è da considerare corretto perché non tiene conto di alcuni aspetti di diversità tra il monitoraggio dei primi sei mesi dello scorso anno e quello del primo semestre 2025 e, soprattutto, della tempistica tecnica del numero effettivo di tutti i trattamenti anticipati che alla fine risulteranno riconducibili alla “decorrenza primo semestre”: circa il 6% in più di quelli attualmente rilevati (è la stima attuale), che farebbero quindi scendere il calo a poco più dell’11%. E partendo da questa metodologia di confronto dei dati rilevati, gli esperti dell’Inps stimano che alla fine di quest’anno il calo della anticipate dovrebbe attestarsi a circa -11%.
Tra gennaio e giugno 2025 liquidati 397.691 trattamenti
Il monitoraggio dell’Inps mette in evidenza che nel complesso le pensioni liquidate con decorrenza primo semestre sono state 397.691 con un importo medio di 1.215 euro. Ma gli assegni “pesano” diversamente a seconda del genere, della tipologia di pensione e del fondo al quale si è iscritti. Le pensioni di vecchiaia erogate sono state 117.901 per 1.136 euro medi al mese, quelle anticipate 98.356 per 2.076 euro medi al mese mentre quelle di invalidità previdenziale sono state 23.996 per 810 euro al mese. Le pensioni ai superstiti sono state 106.693 per 941 euro al mese.
Resta marcato il «gender gap» pensionistico
L’importo medio della pensione versata alle donne nei primi sei mesi del 2025 è di 1.009 euro mensili, più basso del 30,37% di quello degli uomini (in media 1.449 euro)y. Una differenza legata alla composizione dei trattamenti, con gli uomini che percepiscono la maggior parte delle pensioni anticipate, basate su un numero più alto di anni di lavoro e di contributi versati e le donne che hanno più spesso pensioni ai superstiti o assegni basati su carriere discontinue e su lavori con retribuzioni più basse.