Storie Web mercoledì, Aprile 16
Notiziario

Un “conto” da 6,6 miliardi da saldare nei prossimi anni attingendo alla fiscalità generale per garantire le prestazioni pensionistiche ai lavoratori. A quantificarlo è il Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps che indica la somma necessaria per coprire le ricadute sull’Istituto del saldo e stralcio dei crediti contributivi fino al 2015. Con una delibera il Civ dell’ente si sofferma sul peso sulle pensioni dei dipendenti dei contributi dovuti ma non pagati dalle aziende e in seguito stralciati per effetto di tre provvedimenti introdotti tra il 2018 e il 2022.

Con il «saldo e stralcio» eliminati crediti Inps per 16,4 miliardi

Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps sottolinea che le operazioni di “saldo e stralcio”, che nel 2024 hanno portato all’eliminazione di crediti Inps per 16,4 miliardi, hanno comportato «ulteriori oneri, pari a 6,6 miliardi». Oneri che, fa notare il Civ dell’ente con una nota, «ricadranno in futuro sulle Gestioni dei lavoratori dipendenti, nelle quali vige l’automaticità delle prestazioni». Di qui «l’esigenza di garantire specifici interventi compensativi nei confronti dell’Istituto a carico della fiscalità generale». Il Civ dell’Inps, a questo proposito, spiega che «è necessario coprire gli oneri aggiuntivi che l’Istituto dovrà sostenere nei prossimi anni per effetto di questo stralcio, dovendo comunque garantire le prestazioni previdenziali ai lavoratori anche a fronte di un mancato versamento della contribuzione. In particolare – aggiunge – occorrerà tenerne conto nel momento in cui verranno determinati gli importi dei trasferimenti dal bilancio dello Stato all’Inps nelle prossime annualità».

Gli effetti sulle gestioni di commercianti e artigiani

Nella nota ci si sofferma poi sulle gestioni degli artigiani e commercianti sottolineando come, oltre al saldo e stralcio, la causale delle maggiori eliminazioni di crediti sia rappresentata dall’irrecuperabilità connessa con la “ritardata comunicazione di cessazione attività”: 213 milioni per la gestione degli artigiani e 565 milioni per quella dei commercianti. Su qesto fronte il Civ dell’Inps afferma che è urgente «superare le criticità relative ai flussi informativi fra le Camere di commercio e l’Istituto», anche attraverso la stipula di un nuovo protocollo d’intesa tra Inps e Unioncamere. Sempre il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto evidenzia che il riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2023 e l’eliminazione di altri importi non aventi natura di residui «ha comportato variazioni ed eliminazioni rilevanti che incideranno negativamente, nella misura di 13,7 miliardi di euro, sul Rendiconto generale 2024. Non vi sono invece ripercussioni – prosegue – sul patrimonio dell’Istituto».

Il Pd all’attacco: buco a causa dei condoni e mancano i soldi per i dazi

Il “buco” indicato dal Civ finisce nel mirino del Pd che con Cecilia Guerra afferma: i condoni relativi ai contributi sociali «hanno sottratto al bilancio dell’Inps, nel 2024, ben 15,4 miliardi. Il Paese – aggiunge – sarà costretto nei prossimi anni a trovare 6,6 miliardi per pagare prestazioni a cui non corrispondono contributi versati. E intanto mancano i soldi per fare fronte alle conseguenze economiche dei dazi di Trump».

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