Incontra il presidente dell’Ucraina, stringe la mano al capo dello Stato di Israele, probabilmente vedrà il vicepresidente Usa. Leone XIV, nel giorno dell’inaugurazione ufficiale del pontificato, avvia i fronti della politica estera vaticana con una cifra chiara: dialogo con tutti e apertura massima alla possibilità di fare da “ponte”, arrivando anche a offrire la sede apostolica come sede neutrale di negoziato.
Ma senza fare sconti a nessuno: l’Ucraina è stata aggredita (e infatti la ministra della Russia non si presenta alla cerimonia), con gli ebrei si riallaccia il dialogo ma a Gaza – dice chiaro – la situazione umanitaria è tragica, in Myanmar – guerra civile dimenticata, si parla solo delle prime due – muoiono troppi innocenti. Il Papa americano ha messo in fila le priorità, e fa capire che anche su altri fronti la diplomazia pontificia prenderà posizione netta.
L’incontro con il presidente Zelensky, il primo bilaterale
L’incontro con il presidente ucraino Zelensky è l’evento più evidente: «Un altro momento storico: la prima udienza ufficiale di Papa Leone XIV con i Capi di Stato, avvenuta subito dopo la messa inaugurale, è stata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Diversi argomenti sono stati discussi, tra cui un «caloroso invito ufficiale al Santo Padre a visitare l’Ucraina», ha detto l’ambasciatore presso la Santa Sede, Andrii Yurash, presente all’incontro in Vaticano. Zelensky aveva invitato Leone a Kiev già nella telefonata del 12 maggio, la prima in assoluto ad un leader politico.
Ucraina, serve una «pace giusta e duratura». Forfait di Mosca
Nelle parole pronunciate prima del Regina Caeli, Prevost aveva detto: «La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura». È la seconda volta che usa questo concetto: non parla di cessate il fuoco, come chiedeva Francesco (che aveva parlato anche di “bandiera bianca” da parte di Kiev) ma della fine del conflitto che sia accettabile per l’Ucraina. Il presidente ucraino Zelensky, in Vaticano per l’insediamento di Papa Leone XIV, ha espresso gratitudine «per le parole speciali pronunciate oggi durante la Messa solenne sulla necessità di una pace giusta e per l’attenzione rivolta all’Ucraina e al nostro popolo. Ogni nazione merita di vivere in pace e sicurezza».
La ministra della Cultura russa, Olga Liubimova, come detto, non ha potuto partecipare alla cerimonia a causa di “motivi tecnici legati all’incongruenza della rotta aerea”: doveva guidare la delegazione russa così come aveva fatto per i funerali di Papa Francesco, ed è stata sostituita dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede Ivan Soltanovsky. Un altro dato sa segnalare: per il Patriarcato ortodosso di Mosca era presente un esponente non di primo livello.