Storie Web domenica, Settembre 21
Notiziario

Lunedì 22 settembre prende il via il processo d’appello in Vaticano legato alla gestione dei fondi riservati della Santa Sede investiti in operazioni immobiliari a Londra. Al centro della vicenda il palazzo di lusso londinese di Sloane Avenue.

Dieci gli imputati

Dieci gli imputati nel processo. Tra loro c’è anche il cardinale Angelo Becciu, già sostituto alla Segreteria di Stato, condannato in primo grado a cinque anni e mezzo per peculato e truffa (il cardinale ha sempre proclamato la sua «assoluta innocenza», confidando «nell’accertamento della verità»). Becciu – che non ha votato in conclave, ma che rimane a tutti gli effetti un membro del Sacro Collegio, anche dopo la condanna in primo grado – sarà presente in aula insieme ai suoi avvocati.

Il risarcimento chiesto al cardinale Becciu

Al cardinale, il Tribunale vaticano, nel febbraio 2024, aveva sequestrato il conto bancario e richiesto il risarcimento dei suoi accusatori: monsignor Alberto Perlasca e la collaboratrice Genoveffa Ciferri. La Corte d’appello del Vaticano «ha condannato il cardinale Becciu al risarcimento» di entrambi «attraverso riconoscimento e delibazione della sentenza del Tribunale di Como» del 2022 «per ‘uso strumentale’ dello strumento processuale».

Corte presieduta dal decano della Sacra Rota Romana

La corte, che in primo grado era composta da magistrati laici, sarà presieduta da un ecclesiastico, monsignor Alejandro Arellano Cedillo, decano della Rota Romana. Alejandro Arellano Cedillo sarà affiancato da due laici. Papa Leone ha incontrato nei giorni scorsi sia il decano della Sacra Rota Romana, sia il protagonista dell’accusa del primo grado, il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi, prendendo visione della nuova aula del tribunale ricavata negli ambienti della antica Aula del Sinodo nel Palazzo Apostolico. Alessandro Diddi in primo grado aveva chiesto per Becciu 7 anni e 3 mesi di reclusione, oltre a 10.329 euro di multa, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di 14.755.000 euro.

Per la difesa di Becciu 188 pagine di “motivi aggiunti”

Per il nuovo dibattimento che si aprirà con udienze a cadenza quotidiana, sono 188 le pagine dei “motivi aggiunti” che la difesa dell’imputato Becciu, rappresentato dagli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, ha già depositato. Secondo Ansa nel processo potrebbero entrare – la difesa ne avrebbe chiesto l’acquisizione – anche le famose chat tra la lobbista Francesca Immacolata Chaouqui e la collaboratrice di monsignor Alberto Perlasca, ’accusatore’ di Becciu, Genoveffa Ciferri, nelle quali Chaouqui anticipava dettagli dell’inchiesta e interrogatori. Si tratta di chat che hanno già portato all’apertura di due inchieste penali, una a Roma dopo un esposto dello stesso Becciu contro Chaouqui e un’altra presso l’ufficio del promotore di giustizia d’Oltretevere, dove Chaouqui è accusata di traffico di influenze, falsa testimonianza e subornazione. Le chat, omissate nel corso del primo grado, «smascherano la macchinazione ai miei danni», aveva detto il cardinale Becciu, che continua, anche in vista del nuovo processo, a proclamare la sua completa innocenza.

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