Quindici minuti d’auto per raggiungere un ospedale. Nel 2023 l’83,2% degli abitanti dei Paesi dell’Ue si trovava in questa situazione. Ossia né troppo vicini, né troppo distanti da una struttura sanitaria da raggiungere sia in caso di emergenza dove anche un minuti diventa fondamentale. Il dato arriva dal un monitoraggio di Eurostat. Nel caso in esame la statistica è stata realizzata con calcoli Eurostat «basati su TomTom Miultnet» tenendo conto della griglia della popolazione e dell’ubicazione delle sedi ospedaliere. Prove sul campo, quindi, per stabilire tempi e distanze e appurare le difficoltà degli utenti alle prese, magari, con un’emergenza o un’urgenza.
A 15 minuti dall’ospedale
Nel 2023, la percentuale della popolazione dell’UE che viveva a 15 minuti di auto da un ospedale era dell’83,2%.
«Tra le regioni dell’UE al livello 3 della nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche (si tratta delle piccole regioni) – si legge nella spiegazione Eurostat -, c’erano 124 regioni in cui il 100% della popolazione viveva entro quell’intervallo di 15 minuti, e 96 di queste si trovavano in Germania». Altre aree in Belgio (6), Paesi Bassi (6, tra cui la capitale Groot-Amsterdam), Grecia (4, tutte parte della capitale), Francia (4, tra cui Parigi e 3 regioni circostanti), Malta (entrambe le regioni) e Spagna, Italia e Polonia (ciascuna 2 regioni).
Le distanze si allungano
Non è comunque tutto semplice, perché, in alcuni casi, determinante diventa il sistema viario e infrastrutturale, oltre che quello delle distanze che separano i piccoli centri da quelli più grandi. Lo studio evidenzia poi 97 piccole regioni in cui meno del 50% della popolazione viveva a 15 minuti di auto da un ospedale nel 2023. Tra queste, 21 si trovano in Romania, 15 in Grecia, 9 ciascuna in Croazia e Spagna, 8 in Polonia e altre 6 ciascuna in Irlanda, Portogallo e Slovenia.
C’è anche un piccolo gruppo di 7 regioni in cui meno del 10% della popolazione vive a 15 minuti di auto da un ospedale. 4 di queste regioni sono in Grecia (Lefkada 0,0%; Lesbo, Limnos e Thesprotia, ciascuna 7,7%, e Chalkidiki 9,8%), e 3 erano in Romania (Covasna 6,9%, Tulcea 7,0% e Mehedinţi 7,2%).