Storie Web sabato, Marzo 22
Notiziario

Mettere al centro la competitività dell’industria italiana ed europea. Affrontando il problema dell’energia e del costo del gas; mettendo a punto un piano industriale nel nostro paese e nella Ue, che metta al centro l’industria e possa rilanciare gli investimenti. E sulla questione dei dazi occorre negoziare con l’amministrazione americana, aprendo contemporaneamente nuovi mercati, in particolare i paesi del Mercosur, l’India e il Nord Africa. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha affrontato questi temi rispondendo alle domande di Bruno Vespa nella trasmissione “Cinque minuti” andata in onda nella serata di venerdì 21 marzo.

«Per un paese esportatore come il nostro, che nel 2024 è riuscito ad esportare 626 miliardi, diventando il quarto al mondo, la guerra dei dazi è un grandissimo problema. Questi miliardi devono essere salvaguardati», ha risposto Orsini. «È ovvio che bisogna capire cosa succederà con gli Stati Uniti: noi con gli Usa abbiamo un saldo positivo, esportiamo circa 64 miliardi. Lo facciamo perché i nostri sono prodotti di eccellenza. Dobbiamo negoziare: è fondamentale per noi non perdere gli Usa, ma se comunque dovesse succedere che i dazi venissero applicati all’Europa e all’Italia, serve correre su altri mercati. Penso al Mercosur, all’India, al Nord Africa. Certo – è la riflessione del presidente di Confindustria – in Europa non tutti abbiamo gli stessi interessi, noi siamo tra i più importanti ad esportare. Dobbiamo salvaguardare la nostra industria, che genera oltre 100 miliardi di surplus per il paese».

Vespa ha affrontato con una domanda la questione dei costi dell’energia, argomento su cui Orsini insiste da tempo, in Italia e in Europa: «Paghiamo due volte il prezzo dell’energia rispetto alla Francia, il 40% in più rispetto alla Spagna. Benissimo il mix energetico e il nucleare, ma occorre agire subito per rendere competitiva l’industria italiana. Dobbiamo partire dal costo del gas: per le imprese che producono gas il costo è di 20-25 euro al mwh, noi lo stiamo pagando 50». Il motivo è legato alla speculazione: «ci sono poche aziende in Europa che stanno speculando. Questo diventa un problema competitivo, non sono aziende vigilate. Abbiamo parlato con il commissario Teresa Ribera», ha detto Orsini, riferendosi ad un incontro avuto martedì, in occasione di un convegno organizzato da Confindustria a Bruxelles sull’economia circolare. «Abbiamo acceso una luce su questo, condividono che serve un mercato vigilato. Speriamo che venga fatto il prima possibile, perché per noi è fondamentale».

L’Europa emette il 6% di Co2, gli Usa sono al 12%, la Cina al 34%: noi siamo i migliori sull’energia rinnovabile. Ma vale la pena massacrare l’industria? «Le scelte fatte in Europa negli anni passati hanno penalizzato l’industria europea e italiana», è stata la risposta di Orsini a questa domanda. «Penso alla burocrazia – ha aggiunto – penso al fatto che si dica che non siamo vicini all’ambiente: noi, invece, siamo i migliori sul riciclo, sui rifiuti speciali recuperiamo l’80 per cento. In un momento in cui Usa e Cina stanno correndo dobbiamo far correre l’impresa europea e italiana, mettendo al centro la competitività, perché sotto questo aspetto la stiamo penalizzando».

La produzione industriale è in calo: «sono 24 mesi che abbiamo un calo di produttività. Il tema vero è l’incertezza, oggi abbiamo bisogno di un piano di incentivi: serve un piano industriale vero sia in Italia che in Europa che metta al centro l’industria. Abbiamo la necessità di fare in modo che gli investimenti possano correre e servono misure che possano aiutare le imprese ad investire e ridare fiducia perché oggi abbiamo necessità di fiducia».

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