L’export di orologi svizzeri ha registrato un forte incremento nel mese di aprile. Un ampio traino è venuto dagli Stati Uniti, in un contesto in cui le incertezze legate ai dazi e ai commerci hanno spinto evidentemente gli operatori d’oltreoceano ad accumulare scorte. Le esportazioni di segnatempo elvetici nel mese sono state di 2,54 miliardi di franchi (2,71 miliardi di euro al cambio attuale), il 18,2% in più rispetto a un anno prima. Per l’insieme dei primi quattro mesi del 2025 l’export è stato di 8,66 miliardi di franchi (9,24 miliardi di euro), il 4% in più in rapporto allo stesso periodo del 2024.
Questo l’andamento dei primi dieci mercati in aprile: Stati Uniti 851 milioni di franchi (+149%), Giappone 175 milioni (+1%), Regno Unito 144 milioni (+1%), Singapore 132 milioni (-9%), Cina 131 milioni (-30%), Hong Kong 131 milioni (-22%), Francia 112 milioni (+4%), Emirati Arabi Uniti 99 milioni (-6%), Germania 99 milioni (-14%), Italia 79 milioni (-12%). Nel mese è salito soprattutto l’export di prodotti di gamma alta. Le esportazioni di orologi con prezzo sopra i 3 mila franchi sono infatti aumentate del 22% in valore; quelle dei prodotti di gamma medio-alta, con prezzo tra i 500 e i 3 mila franchi, sono salite del 5%; per i segnatempo di gamma media, con prezzo tra 200 e 500 franchi, c’è stata una flessione dell’1%; infine per gli orologi della gamma di base, con prezzo sotto i 200 franchi, c’è stato un aumento del 10%.
Per quel che riguarda ancora i maggiori mercati, questo l’andamento per il quadrimestre gennaio-aprile: Stati Uniti 1,9 miliardi di franchi (+42%), Giappone 616 milioni (+1%), Hong Kong 572 milioni (-14%), Cina 555 milioni (-24%), Regno Unito 536 milioni (+3%), Singapore 525 milioni (-5%), Germania 411 milioni (-1%), Emirati Arabi Uniti 401 milioni (-6%), Francia 390 milioni (-1%), Italia 317 milioni (+4%).
Il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta più del 90% della produzione. I dati sull’export forniti dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh) sono quindi un indicatore di rilievo. Dopo i netti aumenti del triennio 2021-2023, le esportazioni rossocrociate hanno archiviato il 2024 con una moderata flessione.
Nel 2025 l’export elvetico ha sin qui registrato il segno negativo solo in febbraio. Tuttavia, il rallentamento economico internazionale, la forza del franco che rende più cari i prodotti svizzeri e ora le forti incertezze legate alla guerra dei dazi varata da presidente Usa Trump sono fattori che portano l’industria elvetica a essere prudente nelle previsioni. Il balzo di aprile con traino americano è in sé positivo ma, come fa notare la stessa Fh, è collegato a una situazione particolare e non è quindi un vero segnale di rafforzamento strutturale della domanda. Per ora l’obiettivo del polo svizzero per il 2025 resta quello di limitare le contrazioni dell’export e, nel caso dello scenario migliore, avere un seppur moderato incremento annuo.